Un percorso di discernimento, per una maggiore consapevolezza del rapporto di coppia e con Dio. Con don Stefano Vecchi, co-incaricato de Settore di Pastorale familiare, abbiamo fatto il punto sulle opportunità offerte dalla Diocesi alle coppie che camminano verso il matrimonio anche alla luce dell’Amoris Laetitia del Papa di cui ricorre l’anno speciale.

Intervista a Don Stefano Vecchi

Don Stefano, in questi mesi hai visto camminare con più difficoltà le coppie verso il matrimonio?

C’è stata la fatica, o il rammarico, di dover spesso rinviare all’anno successivo matrimoni già fissati. Nonostante le difficoltà della pandemia, come Pastorale abbiamo deciso comunque di tenere a distanza i corsi di preparazione al matrimonio. Pur venendo meno la relazione che si crea in incontri in presenza, l’alternativa sarebbe stata non garantire nulla a queste coppie che chiedono di fare un cammino di discernimento. Mi preme sottolineare che questi incontri si svolgono su tutto il territorio diocesano e permettono ai preti di incontrare e relazionarsi con tante persone che altrimenti potrebbero rimanere ai margini della Chiesa e della parrocchia.

Come si struttura a livello pastorale il cammino delle coppie verso il matrimonio?

La Diocesi ha due proposte. Il primo è il corso annuale per fidanzati che è moralmente obbligatorio per tutti coloro che decidono di sposarsi in chiesa. Il secondo è invece un percorso biennale, nato in ambito Azione cattolica. Per entrambi, accompagnati da un sacerdote e da coppie guida, si tratta della presentazione dei contenuti fondamentali del matrimonio cristiano, con un metodo che punta all’interazione tra i partecipanti, non limitandosi alla lezione frontale. L’intento è quello di suscitare domande e avviare un cammino di discernimento per rendere le coppie più consapevoli delle proprie scelte. Quando arrivano agli incontri, molte di loro hanno tanti pregiudizi sulla visione della Chiesa in ambito di matrimonio e sessualità. Si aspettano una visione della Chiesa monolitica e fatta di divieti, ed è bello sorprenderle dialogando invece di maternità e paternità responsabile, o di una sessualità che, appunto, non è fatta solo di divieti ma che vuole far sì che non prevalga l’aspetto egoistico e di piacere, ma che sia al servizio dell’amore.

In generale, quali sono i temi dell’Amoris Laetitia su cui vorresti che la comunità diocesana camminasse con più forza?

Come scrive il Papa, spesso è stata presentata una visione del matrimonio in cui risalta solo l’aspetto procreativo, mentre il fine principale è il bene dei coniugi, e dal loro amore si sviluppa poi l’aspetto procreativo. Sono indicazioni già presenti nel Concilio Vaticano II, ma sulle quali ci sono ancora pregiudizi.