Giovedì 3 giugno in Cattedrale si è celebrata l’Adorazione Eucaristica presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. Nel corso della celebrazione sono stati istituiti da monsignor vescovo nove nuovi ministri straordinari della comunione. Al termine è stata impartita la Benedizione Eucaristica sul sagrato della Cattedrale.
I nuovi ministri istituiti sono: Daniela Avesani, Sabrina Sarneri, Rosa Angela Reggidori per la parrocchia di S. Maria del Rosario in Errano; Alba Dalmonte, Lidia Dalmonte, Daniela Taroni per la parrocchia di S. Giovanni Decollato della Celle; Rossella Capra per la parrocchia di S. Giovanni Battista in Fusignano; Claudio Porisini per la parrocchia di S. Giuseppe Artigiano in Faenza; Giampiero Matulli per la parrocchia di S. Cassiano.
L’omelia del vescovo Mario
La solennità del Corpo e del Sangue di Cristo ci invita a ricordare il sacrificio di Gesù Cristo. Il Signore Gesù ha istituito per l’umanità il nuovo sacrificio, a fronte degli antichi sacrifici di persone (pensiamo, per averne un’idea, al sacrificio programmato da Abramo del suo figlio Isacco), di animali e di doni della terra. A Dio siamo chiamati ad offrire soprattutto noi stessi, con un atto di amore totale, in risposta all’amore di Dio. L’atto di culto che Dio Padre desidera dai propri figli è l’offerta di loro stessi, della loro vita, rendendola gradita a Lui.
Gesù istituisce il nuovo sacrificio in occasione dell’ultima cena. Il pane e il vino sono i segni sacramentali della sua vita donata per la salvezza del mondo. Il sacrificio di Gesù è la restituzione a Dio Padre della vita ricevuta. Grazie all’eucaristia celebrata da Cristo, la Chiesa può associarsi al culto perfetto del Figlio di Dio, il Sommo sacerdote. Ciascuno di noi, unendosi a Cristo crocifisso, compie il proprio sacrificio, ossia rende sacra e gradita la propria vita al Padre, la dona a Lui. Nell’Eucaristia, partecipata e ricevuta, il Corpo e il Sangue di Gesù ci sono dati come viatico per il viaggio che ci conduce nella Chiesa del cielo, ove Gesù è entrato una volta per tutte, definitivamente, aprendo a noi il varco, l’accesso. Per noi, figli di Dio, fragili e pellegrini sulla terra, vi è una continua necessità di nutrirci di Cristo, per partecipare alla sua vittoria pasquale sul male e sulla morte, per collaborare alla sua nuova creazione, e per offrirci, assieme a Lui, come offerta gradita a Dio.
Nel contesto in cui adoriamo il mistero della morte e risurrezione di Cristo, presente realmente nelle specie del pane consacrato, abbiamo istituiti i ministri straordinari della comunione. Il ministero straordinario richiama un servizio liturgico intimamente connesso con la carità e destinato soprattutto ai malati. È un atto di amore della comunità nei confronti dei fratelli e delle sorelle involontariamente assenti, ma incorporati a Cristo.
Il servizio dei ministri straordinari è una chiara attenzione di amore da parte della comunità cristiana nei confronti dei propri figli. Recando, attraverso i ministri straordinari, il duplice dono della Parola e della Comunione eucaristica, la Chiesa consente alle sue membra più fragili ed impedite, di unirsi al mistero di Cristo sofferente, che vive la sua passione d’amore per la redenzione dell’umanità. E, così, anch’essi partecipano al banchetto eucaristico, ai frutti del sacrificio della Messa, consacrandosi con maggior impegno e generosità al servizio di Dio, della Chiesa e dei fratelli.
È questa, dunque, l’occasione per meditare ancora una volta sulla grandezza e sulla profondità del mistero della redenzione e dell’Eucaristia. Grazie all’incarnazione, morte e risurrezione di Cristo, siamo assunti nella vita di amore e di dono del Figlio di Dio, per essere uniti tra noi, per essere sinodali. La nostra vita non cade nel nulla, bensì si apre al passaggio dalla morte terrena alla vita immortale. Noi non siamo destinati a finire in una tomba. In quanto figli di Dio siamo eredi della vita del Padre, coeredi di Cristo (cf Rm 8, 14-17). Siamo fatti per l’eternità, per la pienezza della vita divina.
Ma è anche l’occasione per riflettere sulla dignità del ministero straordinario della comunione. Se vi fosse fatta la proposta di diventare ministri straordinari della comunione vi sarebbe fatto, in definitiva, il dono di una grande dignità: quello di essere missionari o, meglio, portatori di Gesù Cristo ai vostri fratelli e sorelle. Un dono che vi consentirebbe di essere protagonisti nella redenzione di Cristo con amore e che consentirebbe ai nostri fratelli di vivere la dimensione figliale in tutto il suo spessore. Mediante l’istituzione dei ministri straordinari della comunione si rende più ricco il numero dei ministeri laicali, oggi fondamentali nell’esercizio della cura pastorale, specie là ove il presbitero non è presente stabilmente. Su questo avremo modo di riflettere meglio in occasione del varo del cammino sinodale che inizieremo a breve.