“Ciascun cero presentato alla Patrona – ha ricordato il vescovo Mario nella celebrazione di sabato 8 maggio in Cattedrale – sta a indicare che i singoli rioni e la municipalità si affidano alla Beata Vergine delle Grazie. Ogni rione domanda con il proprio cero la grazia dell’amore e della protezione di colei che è Madre di tutti. Ciò sta anche a indicare, in un contesto in cui siamo tutti chiamati a contribuire alla rinascita del nostro Paese e della nostra città, l’impegno di tutti i rionali a onorarLa con una vita degna dei figli di Dio, uniti, grazie a Maria, in una fraternità trascendente, non semplicemente orizzontale. I rioni non costituiscono solo dei gruppi in competizione tra loro per la conquista dell’ambito Palio.

Non formano solo una fraternità puramente umana. L’offrire alla Madre di Dio il cero del proprio Rione significa riaffermare che gli appartenenti a esso si riconoscono uniti nella comune coscienza di una fraternità più che umana, divina”.

Intervista a Luca, rionale del Rosso

A partire dalle parole del vescovo, abbiamo interpellato un rionale del Rosso, Luca Ciani, 24 anni, che ha partecipato alla celebrazione.

«Ho suonato il tamburo prima nel gruppo under 15 poi sono entrato a far parte del gruppo sbandieratori e musici fino al 2014 – racconta -. Da quando ho iniziato a frequentare il rione ho capito che il tutto andava oltre alle sfilate del Palio, perché ti è offerta la possibilità di instaurare relazioni che possono arricchire la tua vita.

Mi ha colpito come il nostro vescovo abbia messo nelle mani di Maria, Madre delle Grazie questo bene comune, questa aggregazione, quest’unità che i rioni sono chiamati a cercare e promuovere. Un’unità che va al di là delle quattro mura che delimitano la sede rionale. Per me, credente, la donazione dei ceri ha avuto sempre un significato profondo. Affidarci alla nostra Patrona, affidarLe quello che facciamo per aumentare la collaborazione e l’unità.

Forse a volte gli ambienti rionali si presentano come ambienti atei, ma credo che l’affidamento a una figura materna venga fatto con il cuore e il gesto e la preghiera dei credenti possa arrivare anche per chi non crede o magari ha dei dubbi sulla religione. Una preghiera alla Madonna delle Grazie, in questo periodo, credo debba essere proprio la richiesta dell’unità, dell’integrazione e, come diceva il vescovo, una fraternità che nasce dall’esempio di Maria e del Signore. Ognuno nel suo cuore ha le proprie richieste sincere, le proprie preoccupazioni, le proprie emozioni; magari in questi due momenti di feste liturgiche dove i rioni sono coinvolti, un rionale ha la possibilità e magari la “scusa” di presentarsi davanti al Signore in Cattedrale, e perché no, in questo momento offrigli ciò che porta nel cuore».