Il Comune, con delibera di Giunta dell’11 marzo 2020, ha adottato le linee di indirizzo per il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums). Un documento di oltre 180 pagine che ha un orizzonte temporale di dieci anni e che tra i principali obiettivi si pone l’adeguamento e il miglioramento del Trasporto pubblico locale, della ciclabilità, la pedonalizzazione e le zone traffico limitato su nuove porzioni di città, ma anche ottimizzare i sistemi di mobilità di merci e persone. Scopo finale: mitigare e migliorare le emissioni inquinanti per rientrare appieno negli obiettivi europei.
Ma andiamo per gradi. Il Pums è anzitutto uno strumento volontario, quindi non obbligatorio, che gli enti locali possono adottare per definire progetti di mobilità urbana. Con questa parola non solo intendiamo il trasporto pubblico, ma l’insieme delle pratiche pubbliche e private al fine di spostare persone e beni (anche, ad esempio, l’anziano che va a fare la spesa al supermercato dietro casa, che può scegliere se andare a piedi, in bici, in macchina o con il bus, o la famiglia che si muove per andare a svolgere un’attività sportiva in una struttura). Il piano stimato dal Comune richiede investimenti di circa 33,2 milioni di euro. Per dare un ordine di idee, la spesa per investimenti del Comune, con cui si pagano fra le altre cose le asfaltature delle strade, gli interventi di adeguamento per i plessi scolastici, i lavori sui ponti e la viabilità comunale – si attesta fra i 15 e i 20 milioni di euro all’anno. Il Comune ha svolto un processo partecipativo in cui tutti i cittadini sono stati chiamati a dire la loro e proporre modifiche. Il 2 novembre 2020 si è conclusa la fase di ascolto dei cittadini – poco più di 300 osservazioni puntuali -, e ora la palla è tornata sulla scrivania dell’assessore Milena Barzaglia e del Consiglio comunale, chiamato ad approvarlo in tempi brevi, entro l’anno.
I temi del dibattito: ztl e mobilità
Il primo termine di confronto è l’estensione della ztl in tutta l’area dentro le mura della città. A marzo 2020 il Comitato “No ztl” aveva alzato gli scudi: il Pums era reo di fare giungere «la mazzata risolutiva e finale al centro storico», favorendo interessi economici fuori dal recinto urbano con il «presunto obiettivo di tutelare la salute riducendo l’inquinamento atmosferico e di razionalizzare la mobilità dei cittadini». Oggi si aggiungono le forze politiche di opposizione che sul tema dei parcheggi in centro sostengono che pedonalizzare il centro storico comporta uno spostamento in aree già sature di parcheggi. Se si tolgono spazi auto in piazza San Francesco o piazza Sant’Agostino dove andranno a parcheggiare i faentini? Forti di questo, nel prossimo Consiglio comunale Fratelli d’Italia e la lista civica Per Faenza chiederanno una moratoria al Pums. A questi elementi di difficoltà nel Piano si aggiungono quelli individuati dalle associazioni ambientaliste, come Fiab o Legambiente. Che partono da un altro punto di vista: sono davvero necessari questi parcheggi? La mobilità del futuro sarà davvero ancora legata al motore a combustione interna?
E su questo assunto si reggono le osservazioni delle due associazioni: «in generale, riteniamo che il Pums vada migliorato, non certo peggiorato. È un documento non particolarmente ambizioso, da implementare, e con grosse lacune». Poco sfidante, quindi, a detta di chi si oppone al Comitato No Piano Sosta.
Altri temi caldi, all’interno del piano, sono il restyling dell’area della Stazione, con integrazione tra trasporto pubblico su ferro e su gomma, oltre che su bici; la pedonalizzazione di piazza delle Erbe e la sua destinazione d’uso.
Il Pums vuole dare risposte ai problemi contingenti di mobilità, che hanno una ripercussione anche sulle attività produttive. Gli strumenti in possesso all’amministratore non sono solo a pro o contro la ztl. Esistono altre limitazioni, la possibilità di inasprimento delle sanzioni, l’aumento della quota destinata al trasporto pubblico, e si potrebbe continuare. Al netto del pro o dei contro il Pums, un dato va rilevato: l’alta partecipazione dei cittadini al tema: 14 associazioni hanno mosso più di 300 osservazioni. Una prova della voglia dei faentini di essere parte attiva al processo partecipativo.
Mattia Randi