Un viaggio nei ricordi d’infanzia. Da una parte fantasiosi castelli di sabbia che piano piano, grazie alle mani attente di un bambino, prendono forma. Dall’altra il piede distratto di un bagnante o un’onda più forte che in pochi secondi distruggono il lavoro di un’intera giornata. Ricordi che hanno preso forma animata grazie alla creatività del regista faentino Giona Dapporto, 23 anni, e che hanno dato vita a Sam’s Castle.

Il cortometraggio ha vinto la seconda edizione del Concorso nazionale ideato da “Il cineclub dei piccoli”, festival cinematografico organizzato a Palermo. Tre minuti con i quali Giona ha conquistato la giura raccontando le vicende di Sam, un bambino di nove anni che ama costruire castelli di sabbia in riva al mare, ma senza mai riuscire a finirne uno. A un passo dalla resa, il piccolo realizza che il momento di mollare non è ancora arrivato. Dall’animazione alla vita di tutti i giorni fatta di disegni, correzioni e studi.

Ideare e disegnare storie è una passione che Giona ha sempre avuto e che non è rimasta un sogno. Dopo il diploma al Bucci di Faenza, si è formato nell’animazione digitale, sia 2d che 3d, alla Nemo Accademy di Firenze e oggi lavora in uno studio d’animazione a Torino.

Giona Dapporto: “La cosa che mi rende orgoglioso è il viaggio compiuto per arrivare al prodotto finito”

«Sam’s Castle è il corto che ho realizzato come progetto di diploma – racconta – non è stato facile portarlo a termine, perché l’animazione che ho utilizzato è molto impegnativa. Per un solo secondo che lo spettatore vede vanno realizzati 12 disegni, per cui un cartone di qualche minuto è tutt’altro che scontato. D’altra parte la cosa che mi rende orgoglioso è stato il viaggio per arrivare al prodotto finito: le ricerche tecniche e di design, il trovare il finale più adatto, la realizzazione della colonna sonora, a cura di Marcello Zinzani, che non è un semplice sottofondo alle immagini. In generale, essendo un corto per bambini, ho dovuto trovare il linguaggio giusto per narrare questa storia». Un’arte, quella dell’animazione, spesso banalizzata in Italia. «Per quanto mi riguarda – commenta Giona – difendo il concetto che l’animazione sia una forma espressiva privilegiata per i bambini. Io stesso faccio animazione per ispirare i bambini, perché attraverso le immagini che vedono costruiscano un mondo migliore. È vero che in Italia lavorare in questo settore è difficile, ma a livello globale è un periodo buono per l’animazione. Con lo sviluppo delle piattaforme in streaming, si sta sviluppando una forte richiesta di prodotti multimediali, per cui il lavoro non manca».

Samuele Marchi