La Fondazione, a fine 2020, ha elaborato ed approvato il nuovo Piano Programmatico Pluriennale per il triennio 2021/2023, il quale tiene conto della necessità di intervenire in ambiti pesantemente toccati dagli effetti della pandemia, quali sanità, scuola, occupazione giovanile. Il piano programmatico ha dato priorità ad una esigenza centrale per la ripresa post pandemia: la formazione dei giovani, concetto che fonde in sé istruzione ed educazione, nella consapevolezza dell’importanza della formazione umana, quale presupposto per quella professionale. Per approfondire questi temi abbiamo intervistato Paolo Bontempi, presidente della Fondazione.

L’intervista a Paolo Bontempi, presidente della Fondazione

Presidente Bontempi, quali interventi e risorse avete messo in atto per supportare il territorio in questo tempo complesso?

Per essere concreti ed in estrema sintesi, la Fondazione si è mossa su due fronti: da un lato tamponare l’emergenza indotta dalla pandemia, dall’altro proseguire e migliorare i progetti di medio-lungo periodo.

Sul primo fronte si è fornito un urgente sostegno all’Ospedale di Faenza, inizialmente mediante la fornitura di visiere di protezione per il personale sanitario e poi, per mesi, sostenendo il costo dei canoni di alloggio per i medici fuori sede, costretti ad orari di lavoro straordinario nei periodi di emergenza.

Si è poi proceduto a stanziare 30.000 euro per consentire agli istituti scolastici del comprensorio faentino l’acquisto immediato di dispositivi, attrezzature e materiale didattico, con l’obiettivo di integrare l’offerta formativa ed assistenziale nei confronti degli studenti più in difficoltà e minimizzare i disagi della didattica a distanza.

In entrambi i casi gli interventi hanno visto l’importante contributo di CREDIT AGRICOLE.

E sul medio-lungo periodo?

Sul fronte della progettazione di medio-lungo periodo, si sono promossi e finanziati progetti legati al welfare: miglioramento della ricettività dell’ex Convento San Domenico per persone bisognose; sostegno di progetti promossi dall’ASP della Romagna Faentina a tutela delle persone disabili; assistenza agli studenti delle scuole secondarie nello studio e nei compiti; iniziative didattiche all’interno del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza rivolte a bambini ed adulti con disabilità.

Sempre nel medio-lungo periodo la Fondazione sta investendo molto, in termini di erogazioni in denaro e di messa a disposizione di strutture e servizi, nelle attività finalizzate a generare occasioni di lavoro per le giovani generazioni, attraverso attività di orientamento al mondo del lavoro (come la Summer School) e di formazione dei giovani col fine di creare nuove imprese, attraverso il progetto Contamination Lab che dovrebbe essere coinvolto anche nella costituzione e nello sviluppo di imprese sociali che possano creare occasioni nuove di lavoro per le persone più fragili, come prevede il recente accordo programmatico sottoscritto tra Fondazione, Unione dei Comuni della Romagna Faentina ed ASP della Romagna Faentina.

Guardando al futuro, su quali aspetti deve puntare Faenza per fare un salto di qualità nel campo della formazione e della ricerca scientifica?

Credo che una spinta a superare il clima di incertezza generato dalla pandemia potrà venire anzitutto puntando sulla formazione dei giovani, per offrire quella qualificazione professionale necessaria ad offrire loro libertà di scelta, capacità di gestire i cambiamenti e redditi futuri.

A Faenza abbiamo già esempi virtuosi in questo senso, come il Master organizzato ogni anno dall’Università degli studi di Bologna – Dipartimento di Chimica Industriale, al cui sostegno contribuisce la Fondazione, che attrae studenti anche da fuori Regione ed è in grado di specializzare giovani neo laureati che poi quasi sempre trovano impiego presso una delle diverse Aziende che offrono la possibilità di esperienze formative pratiche.

Credo che la miglior ricetta per combattere la carenza di domanda che caratterizza un mercato in crisi sia un’offerta specializzata e di qualità, che diviene attraente se parte da un’adeguata formazione in settori come quello agricolo, ceramico e dei materiali avanzati in cui Faenza ha molto da insegnare.

Samuele Marchi