Un docu-film per padre Guglielmo. Uscirà a fine 2021. Ne hanno dato notizia questa mattina, durante una conferenza stampa online, l’autore Simone Ortolani e il regista Roberto Vecchi.

Dopo l’esperienza di due anni fa con il cardinale Ersilio Tonini, andata a buon fine, lo stesso team di autori è ora all’opera con il cappuccino famoso in tutta la Romagna e anche ben oltre.

Padre Gattiani godeva della fama di santo già in vita. Ascetico e dalla sguardo penetrante, nella sua vita ha seguito tantissime persone con la sua direzione spirituale. I suoi segni si leggono ancora oggi, in particolare in tanti che ne possono raccontare ancora.

La sua causa di beatificazione è in corso da tempo. Il 4 giugno dello scorso anno è stata presentata a Roma alla Congregazione per le cause dei santi la cosiddetta positio. Nel novembre 2022, assicura il vicepostulatore padre Giuseppe De Carlo, è in calendario la riunione per prendere in esame la figura e per raccogliere il voto dei consultori. “Se dovesse passare – dice il frate che è uno dei figliocci di padre Guglielmo – il cappuccino diventerà venerabile. Se poi ci dovesse essere anche un miracolo si potrebbe parlare della beatificazione e della canonizzazione”.

“Qualcuno dice che è già un miracolo che abbia terminato il lavoro sulla positio”, ha scherzato padre De Carlo che ha mostrato un corposo volume dalla vistosa copertina rossa.

“Diventerà una docu-fiction – dice il regista -. Quanto stiamo preparando è pieno di ricordi di persone che si mischia alla vita del padre. Le località toccate potrebbero diventare mete per un turismo religioso. Io non vedo nulla di male nel tenere insieme fede e tempo libero, anche per le famiglie. Al momento abbiamo già pronto un trailer. L’intero film sarà terminato per fine anno. In ogni caso porteremo a termine questo progetto”.

Un gruppo di preghiera che ricorda p.Guglielmo è attivo a Cesena, un altro a Treviso. Uno esisteva anche a Faenza. Proprio in questa città il frate fu inviato dai superiori nel settembre 1980. Aveva appena terminato sei mesi di ritiro in Terra Santa in cui ebbe occasione di incontrare don Giuseppe Dossetti e di ragionare con lui, fra le altre cose, dell’obbedienza ai superiori. Accettò la destinazione Faenza. E qui visse incontrando, ascoltando, benedicendo, e vivendo un grande amore per il Crocefisso.

“Era una testa dura – dice ancora padre De Carlo -. Una santa testa dura. Lui ci teneva alla povertà, vissuta sempre nell’ambito della Chiesa, alla maniera di san Francesco. Dava importanza alle cose essenziali. Adesso è il momento di unire le forze e di mettere insieme tutto il materiale possibile da portare a Roma al postulatore, padre Carlo Calloni.

“Quando si fanno queste operazioni, è importante il contatto con le amministrazioni locali – aggiunge Vecchi -. Ognuno deve fare la sua parte, per promuovere se stesso. Ho scritto alla Giunta, a Cesena. Ancora nessuno mi ha risposto. Sì, perché si potrebbe passare da una produzione pseudo-televisiva, come è quella attuale, a una pseudo-cinematografica che ci potrebbe aprire le strade dell’estero. In questo caso i costi si triplicano”. Anche l’Amministrazione di Faenza è stata informata.

In merito abbiamo contattato al volo il sindaco Enzo Lattuca che ci ha così risposto: “La loro documentazione ci è arrivata la scorsa settimana. Li incontreremo”. E vedremo cosa risponderà anche Faenza.