Non è soltanto una questione di data, quella della ripresa dopo settimane di limitazioni dovute alla emergenza sanitaria non può ridursi soltanto al quando. C’è bisogno prima di tutto di una prospettiva futura, perché quelli che si apriranno davanti a noi saranno scenari nuovi, sia nei ritmi quotidiani che nelle abitudini.

C’è bisogno di due atteggiamenti: il dialogo e la gentilezza.

Lo ricorda chiaramente papa Francesco nella enciclica Fratelli Tutti. “Non c’è bisogno di dire a che serve il dialogo. Mi basta pensare che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunità.

Il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto” (Fratelli tutti, 198).

Il dialogo è l’elemento che ha tenuto unite le famiglie e le comunità. E le nostre parrocchie hanno cercato in questo tempo complicato di mantenere il dialogo all’interno della comunità e in pieno spirito di collaborazione davanti alle tante fragilità che via via si sono manifestate.

Ma una chiave che apre tutte le porte è la gentilezza, una parola e uno stile che a volte sembra fuori dal tempo, ma che scava in profondità. Dice ancora papa Francesco: “Ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. Questo sforzo, vissuto ogni giorno, è capace di creare quella convivenza sana che vince le incomprensioni e previene i conflitti. La gentilezza trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti”. (FT 224)

Oltre ai vaccini, alle disposizioni sanitarie e alle normative vigenti, è imprescindibile uno stile fatto di dialogo e di gentilezza: perché il futuro che ci aspetta non sarà come una corsa di 100 metri dove è decisivo lo scatto, ma una gara di fondo come la maratona, dove occorre prepararsi e avere chiaro che il traguardo non è immediato.

Tiziano Zoli