Secondo le autorità competenti, nell’area di Tor Vergata e nelle aree limitrofe erano presente oltre un milione di persone. È il primo dato ufficiale diffuso dalla Sala stampa della Santa Sede nella “due giorni” dell’incontro del Papa con i giovani, per il Giubileo a loro dedicato.
“Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto”
“La pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né da ciò che possediamo. È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere”.
È il commento del Papa al Vangelo del giorno, rivolgendosi ai giovani nell’omelia. “Comprare, ammassare, consumare, non basta”, il monito di Leone XIV: “Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle cose di lassù, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, di perdono, di pace, come quelli di Cristo. E in questo orizzonte comprenderemo sempre meglio cosa significhi che la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”.
“Aspirate alla santità, non accontentatevi di meno”
“Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo”. È la consegna del Papa ai giovani. “La nostra speranza è Gesù”, ha detto Leone XIV: “È Lui, come diceva san Giovanni Paolo II, che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”.
“Rimanere nell’amicizia di Cristo”
“Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre – la raccomandazione del Pontefice – coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la comunione eucaristica, la confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati santi”. “Vi affido a Maria, la Vergine della speranza”, le parole finali all’omelia: “Con il suo aiuto, tornando nei prossimi giorni ai vostri Paesi, in tutte le parti del mondo, continuate a camminare con gioia sulle orme del Salvatore, e contagiate chiunque incontrate col vostro entusiasmo e con la testimonianza della vostra fede! Buon cammino!”.

“Giubileo giovani: cascata di grazia”
“Una cascata di grazia per la Chiesa e il mondo intero, e lo è stato attraverso la partecipazione di ognuno di voi”. Così il Papa ha definito il Giubileo dei giovani, durante l’Angelus al termine della Messa, in cui ha ringraziato i giovani “uno ad uno, con tutto il cuore” e ha affidato ancora una volta al Signore Maria e Pascale, “le due pellegrine, una spagnola e l’altra egiziana, che ci hanno lasciato in questi giorni”. In inglese, Leone XIV ha poi ricordato tutti i giovani che soffrono “in ogni terra ferita dalla guerra”, citando in particolare i giovani di Gaza e dell’Ucraina. “Voi siete il segno che un mondo differente è possibile”, l’omaggio in spagnolo. “Sì, con Cristo è possibile”, ha aggiunto in italiano: “con il suo amore, il suo perdono, la forza del suo Spirito”.

Appuntamento a Seoul nel 2027
“Dopo questo Giubileo, il pellegrinaggio di speranza dei giovani continua e ci porterà in Asia”, ha ricordato Prevost, citando l’invito di papa Francesco rivolto ai giovani due anni fa a Lisbona: “i giovani di tutto il mondo si ritroveranno insieme al successore di Pietro per celebrare la Giornata mondiale della gioventù a Seoul, in Corea, dal 3 all’8 agosto 2027, sul tema: Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo“. “Proprio la speranza che abita nei nostri cuori ci dà la forza di annunciare la vittoria di Cristo Risorto sul male e sulla morte”, ha concluso Leone XIV: “Di questo voi sarete testimoni fino ai confini della terra. Appuntamento a Seoul! Continuiamo a sognare insieme, a sperare insieme”.
