L’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna fotografa un 2024 complesso per il territorio: turismo e servizi sostengono l’economia, mentre industria, artigianato ed export mostrano segni di difficoltà. Cresce l’incertezza per gli scenari geopolitici internazionali.
Industria e artigianato in difficoltà, frenano export e produzione
L’economia della provincia di Ravenna ha chiuso il 2024 con una crescita moderata del +0,2%, sostenuta dal settore dei servizi e dal turismo, ma segnando criticità evidenti nel comparto industriale e artigiano.
È quanto emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna.
A pesare maggiormente è la situazione dell’industria manifatturiera, che ha segnato una variazione media annua negativa dello 0,5%, interrompendo la crescita positiva degli ultimi dieci anni, ad eccezione del 2020, anno della pandemia.
Anche il quarto trimestre ha confermato questo rallentamento: produzione industriale a -0,1% rispetto allo stesso periodo del 2023 e fatturato complessivo a +0,2%. La domanda interna è calata dell’1%, mentre si è mantenuto stabile l’apporto degli ordini internazionali (+0,1%).
Più pesante la flessione per l’artigianato manifatturiero, che ha registrato un calo produttivo medio del -4,3% su base annua. L’indebolimento riguarda tutti gli indicatori economici e riflette un quadro di crescente sofferenza per le piccole imprese del territorio.
Costruzioni e commercio: crescita rallentata ma positiva
Il settore delle costruzioni ha mantenuto un andamento positivo, ma ha mostrato segnali di rallentamento nel quarto trimestre (+0,4%) a causa delle incertezze generali e degli effetti dell’alluvione dell’autunno 2024.
Tuttavia, il volume d’affari medio annuo ha segnato un +2,7%, in miglioramento rispetto al -0,2% del 2023. Più dinamico il segmento dell’artigianato edile, con un +3,1% su base annua e un +3,6% nell’ultimo trimestre.
Nel commercio al dettaglio, il quarto trimestre ha mostrato una leggera crescita (+0,4%), ma la crescita annua delle vendite si è fermata allo 0,6%, valore che non ha tenuto il passo dell’inflazione ed è inferiore rispetto al +2% registrato nel 2023.
Turismo in crescita, ritorno ai livelli pre-pandemia
Un segnale positivo arriva dal comparto turistico: nel 2024 si è registrato un aumento del 2,8% dei visitatori e del 3% dei pernottamenti, nonostante il calo di settembre legato all’alluvione. Il turismo nella provincia di Ravenna si conferma in crescita e torna a livelli prossimi al 2019, prima della pandemia.
Export in calo, pesa l’instabilità commerciale e geopolitica
Il valore delle esportazioni ha segnato una contrazione del -3,6% nel 2024, pur attenuandosi rispetto al -8,9% del 2023. Complessivamente sono stati esportati beni per 5.549 milioni di euro, con un calo di 205 milioni rispetto all’anno precedente.
Tra i settori trainanti, solo chimica (+1,8%) e alimentare (+0,4%) hanno registrato una crescita. I principali mercati restano l’Europa (quota 73%) e i Paesi dell’Unione Europea (61,4%), ma si segnala un calo delle esportazioni verso l’UE (-3,9%), soprattutto verso la Germania (-10%), primo partner commerciale della provincia. In controtendenza Francia (+4,1%) e Spagna (+1,9%), così come i Paesi europei non UE (+0,8%), trainati dalla Gran Bretagna (+3,5%).
Preoccupante invece il dato sugli Stati Uniti, terzo partner commerciale (8,6% dell’export), dove le esportazioni sono diminuite del -16,2%. A rischio, secondo Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna, è tutto il sistema produttivo locale:
«Le esportazioni ravennati verso gli Usa valgono 475,9 milioni di euro, tutti prodotti simbolo del made in Italy, dalla moda all’arredamento, dalla meccanica alla componentistica, che rischiano grosso per l’eventuale guerra commerciale che i futuri dazi potrebbero innescare», ha dichiarato Guberti. «La sfida è cercare nuovi mercati attraverso iniziative esplorative con il sistema camerale, Promos Italia e le associazioni di categoria, senza dimenticare la necessità di ridurre il peso burocratico e favorire la crescita della produttività».
Numero delle imprese in lieve flessione
Nel 2024, per la prima volta dopo tre anni positivi, il saldo tra nuove aperture e cessazioni è tornato negativo: -53 unità (contro il +111 del 2023), dovuto al calo delle nuove iscrizioni (-4,4%) e all’aumento delle cessazioni volontarie (+3,9%).
A fine anno, le imprese registrate in provincia erano 36.836, di cui 32.687 attive (-0,4%). Crescono le unità locali con sede sia in provincia (+0,3%) sia fuori provincia (+1,3%). In controtendenza positiva il comparto dell’artigianato, che ha contribuito al saldo con +69 nuove imprese.