I Comitati degli Alluvionati della Unione della Romagna Faentina esprimono forte preoccupazione per la gestione delle emergenze idrogeologiche, denunciando ritardi nelle allerte e mancanza di prevenzione. Le richieste avanzate alle istituzioni riguardano la sicurezza degli argini, la manutenzione fluviale e la tutela delle proprietà esposte a rischio allagamento.

Ritardi nelle allerte e mancanza di prevenzione

Il 14 marzo 2025, i cittadini di Faenza e delle zone limitrofe hanno vissuto momenti di forte tensione a causa di nuove criticità legate ai fiumi Lamone e Marzeno. I Comitati degli Alluvionati dell’Unione della Romagna Faentina denunciano che l’allerta rossa è stata emessa solo nel pomeriggio, lasciando i residenti senza il tempo necessario per organizzarsi in sicurezza.

“Per quanto sia comprensibile la difficoltà di eseguire previsioni puntuali, deve essere seguito, dichiarano i Comitati, vista la recidività degli eventi un criterio di massima prudenza, evidentemente non utilizzato.

Secondo i comitati, l’errore di valutazione di Arpae, nella previsione climatica, ha comportato un’allerta rossa, emessa al limite
della tardività, a cui poi sono seguiti continui errori nell’indicazione dell’orario di piena del fiume (prima alle 17 poi alle 20-21)Lamone.

Alla luce di queste problematiche, i cittadini chiedono alle istituzioni di valutare l’adeguatezza del responsabile del servizio Arpae.

La Protezione Civile e il problema degli argini

Un altro punto critico sollevato riguarda i sopralluoghi sugli argini, effettuati dalla Protezione Civile Regionale.

“Si deve tristemente evidenziare – si legge nella nota dei comitati – come il 14 marzo, in piena allerta, i tecnici di protezione civile abbiano eseguito sopralluoghi sugli argini individuando criticità e mettendo in essere attività di messa in sicurezza urgenti, nonostante le continue segnalazioni inoltrate, da tempo, da parte dei Comitati e da parte dei cittadini.
I comitati, con documenti protocollati, hanno richiesto una verifica puntuale e costante dello stato degli argini, una valutazione di rischio degli stessi, opere di manutenzione e consolidamento/miglioramento strutturale degli stessi e una manutenzione ordinaria e straordinaria degli alvei fluviali

Inoltre i comitati tornano a segnalare i sensori malfunzionanti a Sarna e Strada Casale, che da due anni ormai non forniscono dati affidabili sui livelli idrometrici.

I Comitati chiedono dunque “che la sorveglianza fluviale avvenga oer opera di personale strutturato alle dipendenze della Pubblica Amministrazione e che sia messa in campo un’attività di manutenzione ordinaria (come la pulizia fluviale e monitoraggio degli argini) e straordinaria programmata.”

Inoltre, alla luce degli ultimi eventi ” è evidente la necessità di valutare l’adeguatezza della Agenzia di Sicurezza Territoriale e Protezione Civile Regionale nella gestione di tali criticità”.

Norme sui diritti di allagamento e tutela delle proprietà

Un altro tema fondamentale è la mancanza di una normativa chiara sui diritti di allagamento. Attualmente, i proprietari dei terreni che si allagano, evitando danni maggiori alla città, non hanno alcuna tutela giuridica e rischiano di non essere risarciti.

Per questo motivo, i Comitati chiedono:

Promulgazione immediata di norme sui diritti di allagamento, che regolino la gestione delle zone allagabili.

Una norma sulla delocalizzazione delle abitazioni e aziende situate nelle aree a rischio, con un adeguato piano di risarcimenti.

Queste misure permetterebbero di garantire maggiore sicurezza ai cittadini e di evitare situazioni di incertezza in caso di nuove emergenze.

Un piano di emergenza per il futuro

Infine, i Comitati sottolineano la necessità di una pianificazione che individui con precisione le aree di laminazione, esondazione e allagamento perché “non possono essere scelte da effettuare in emergenza.”

“Si richiede pertanto con forza che queste iniziative siano assoggettate rigorosamente a progettazione preventiva con identificazione di piani di allagamento precisi e differenziati nelle diverse ipotesi di maggior piena del Lamone o del Marzeno o del Senio o delle diverse combinazioni di gravità possibili.

Un programma che, vista la sistematicità e ripetitività degli eventi, la gravità delle situazioni che ne derivano e viste, d’altro canto, le competenze e gli strumenti (pensiamo al CINECA, al CNR, ecc.) presenti in Regione, deve essere realizzato nei primi mesi del 2025″.

Le richieste dei Comitati

In sintesi, i Comitati degli Alluvionati della Romagna Faentina chiedono alle istituzioni:

Valutazione della gestione dell’Arpae e della Protezione Civile Regionale.

Piano di monitoraggio e manutenzione costante dei fiumi e degli argini.

Interventi strutturali per il consolidamento degli argini e la sostituzione dei sensori malfunzionanti.

Norme sui diritti di allagamento e risarcimenti per le proprietà a rischio.

Delocalizzazione delle abitazioni e aziende esposte a pericolo di alluvione.

Piani di emergenza chiari e differenziati per ogni territorio e situazione idrometeorologica.