«Mio fratello è il dottore dei miei genitori». Con queste poche parole Eugenio Iannella, proprietario di Civico 25 a Castel Bolognese, spiega la sua sensibilità ai progetti di inclusione. Vittorio, suo fratello, ha 41 anni e la sindrome di Down, vive insieme ai genitori anziani e li assiste. Proprio da qui per Iannella nasce un nuovo percorso professionale con l’inaugurazione il primo maggio di “Civico 25. Il Gusto dell’inclusione”, a Castel Bolognese. Pizzeria con 80 posti a sedere a cui si aggiungeranno altri 80 posti all’esterno. Spiega Iannella «Mio fratello è un uomo eccezionale, di grande spirito e curiosità, anche se non è autonomo al 100%. È la locomotiva della nostra famiglia. È grazie a lui se nascerà Civico 25 rivolto a chi ha una disabilità o è vittima di bullismo».

Un progetto di rete per una pizzeria con 80 posti a sedere

Iannella ha sempre cercato di portare avanti progetti di inclusione, trovando però grandi difficoltà: «Nei posti in cui ho lavorato ho sempre proposto di assumere persone con disabilità, ma mi rispondevano che era complicato. Quando ho avuto un’attività mia, ho deciso di far nascere questo sogno perché ci sono troppi pregiudizi e resistenze». Civico 25 non è un concetto astratto, spiega. «Sono tante le realtà che ci daranno una mano: Fare comunità di Faenza, Asp servizi sociali, la cooperativa sociale Ceff. I ragazzi cominceranno come tirocinanti a mettersi in gioco e saranno affiancati da persone che li aiuteranno a formarsi». Lo scopo per il proprietario del locale è «abbattere le barriere per dimostrare che la diversità è una ricchezza in ogni persona».

A settembre il progetto si amplierà lasciando spazio a una vera e propria Accademia della pizza in collaborazione con la Scuola italiana pizzaioli. Continua Iannella: «Sarà una vera e propria scuola dove i ragazzi e le ragazze impareranno a lavorare. Ci saranno anche dei maestri pizzaioli importanti e rilasceremo un attestato. L’accademia offrirà dei tirocini presso altre pizzerie, non sarà solo teoria. L’idea è nata quando ho visto che molti genitori facevano ripetere la classe al figlio con disabilità perché quando finisce la scuola per queste persone non c’era altro da fare. Così almeno si mantengono attivi».

L’esperienza di Spazio104 a Ravenna

Altro progetto lavorativo di inserimento sociale è quello che l’associazione Spazio104 Insieme sta portando avanti con l’Hostaria Pasolini di Ravenna. I ragazzi che fanno parte dell’associazione ruotano un paio di volte a settimana per servire ai tavoli e aiutare. «All’Hostaria Pasolini stiamo portando avanti un progetto di inserimento lavorativo – spiega Maura Masotti, presidente di Spazio104 – che tra un anno decideremo se continuare o meno. È un progetto che fa parte di quelli portati avanti dalla cooperativa La Pieve, come il teatro, la vela. Al momento i nostri ragazzi sono andati 6-7 volte a lavorare all’Hostaria. È ancora presto per esprimere un giudizio».

Gestire il proprio tempo di lavoro, essere in ordine con l’abbigliamento, organizzare la gestione dei turni sono passi importanti per l’autonomia di queste persone: per accompagnare i ragazzi in tutto questo è nato il progetto, sottolinea Masotti. «I ragazzi otterranno anche un riconoscimento economico dal loro lavoro – aggiunge – perché è importante che imparino a destreggiarsi nell’utilizzo e nella gestione del denaro». L’associazione si occupa di una decina di uomini e donne, tra i 20 e i 35 anni di età, a cui attraverso esperienze di vario tipo, offre la possibilità di un percorso di crescita, con l’inserimento nel mondo del lavoro. «Abbiamo due ragazze che hanno un impiego a tempo indeterminato a Ravenna – continua Masotti –. Una fa la cassiera a Technomat e l’altra lavora alla pizzeria Futura. Hanno dato ottimi risultati per l’aumento della autodeterminazione e autoconsapevolezza delle due ragazze. Due casi diversi. È una apposita commissione medica a valutare le diverse disabilità e ad inserirle nella lista. Bisogna sempre tenere conto che si tratta di persone che hanno bisogno di particolari supporti e di un determinato orario di lavoro».