Prima area tamponi per il covid, poi cimitero dell’alluvione. Da settembre il parcheggio della Graziola accoglie enormi quantità di tronchi, terra e detriti che, accatastatati, raggiungono l’altezza di diversi metri. Arrivano soprattutto dal Marzeno e, in parte, dal Lamone grazie alle operazioni di bonifica. L’Agenzia di Protezione civile dell’Emilia Romagna è infatti da mesi al lavoro per ripulire completamente i due fiumi faentini, mentre lo smaltimento è affidato ad Hera.
Diecimila metri cubi di legna e terra
Incredibile cosa le acque hanno restituito: tra i nove e i diecimila metri cubi di materiale, secondo le stime degli addetti ai lavori «che si compone di legna mista a terra, prevalentemente del Marzeno – precisa l’assessore con delega all’Ambiente del Comune di Faenza, Luca Ortolani – a cui è stata destinata la Graziola, tra le diverse aree nel nostro territorio adibite a questa funzione. Altri tre-quattromila metri cubi provenienti dal Lamone finiscono in un’altra area di primo deposito a Brisighella».
Tutto il materiale recuperato verrà riutilizzato
Per raccogliere gli accumuli, il Comune di Faenza aveva emanato un’ordinanza con cui metteva a disposizione della Regione e di Hera il piazzale della Graziola. Qui il materiale viene stoccato, ripulito, diviso e tritato: le ditte specializzate, infatti, separano completamente la legna dalla terra, che viene poi cippata e mandata come biomassa per la termovalorizzazione. «La terra è recuperabile – prosegue Ortolani – perché, grazie alle analisi, è risultata di tipo A e quindi riutilizzabile. Non sappiamo che uso ne verrà fatto, ma potrebbe servire per ripristinare le sponde dei fiumi». Non si butta via niente, insomma, mentre in città ci si chiede quando il parcheggio tornerà nella disposizione del comune e, di conseguenza, degli utenti. «Stanno già arrivando i primi camion per portare via il materiale – aggiunge l’assessore all’Ambiente -. Poi ci sarà uno stop, perché i mezzi impegnati nella tritovagliatura sono a Russi, ma torneranno e, speriamo entro marzo, dovrebbero ridarci l’area». Nel piazzale c’è anche un cumulo, molto più piccolo, di detriti. Provengono in parte dai fiumi e in parte dalle cantine. «Sono piccole quantità di materiali delle abitazioni alluvionate – prosegue l’assessore –. Poca cosa rispetto ai mesi successivi al maggio 2023 quando i metri cubi di materiale erano centoventimila.
In via Deruta diecimila metri cubi di terra
Completamente diversa la situazione di via Deruta. «In quell’area – aggiunge Ortolani – avevamo appena terminato di togliere la terra, quando nel settembre scorso è arrivata l’alluvione. Così l’abbiamo riutilizzata per accogliere altri diecimila metri cubi di terra. Ci vorrà ancora un po’ di pazienza per arrivare alla completa rimozione, ne avremmo fatto volentieri a meno».
Le pulizie dei fiumi in passato
La pulizia dei fiumi non è ovviamente una novità, anche se la situazione dopo le alluvioni è impressionante. «Sono crollate le sponde dei fiumi – sottolinea Ortolani – le frane hanno portato il materiale verso valle e le piene hanno accumulato anche alberi sani e molto lontani dalle sponde». Ecco spiegata la grande catasta di legna. «Nel 2019 – aggiunge ancora Ortolani – era stata fatta una pulizia straordinaria delle zone più critiche della regione, tra cui la nostra: dal Ponte Rosso alla ferrovia ad esempio, o in zona Formellino. Certo, la cadenza poteva essere migliorata». Al momento sono circa seimila i cantieri della Regione all’opera lungo i fiumi. «Non dappertutto per ora, ma solo nelle situazioni giudicate più critiche – aggiunge l’assessore -. Stanno ad esempio risagomando le sponde laddove sono erose, andando per priorità».
Intanto, al netto di intoppi, nel giro di un mese e mezzo il piazzale della Graziola tornerà ad essere un parcheggio. «Quell’area ci è utile quando si disputano le partite di basket al Palacattani conclude Ortolani -. Il parcheggio ci serve infatti per dividere le tifoserie e garantire così l’ordine pubblico»
Barbara Fichera