A distanza di quasi due anni dall’estensione della raccolta differenziata porta a porta, pur con modalità leggermente diverse a seconda delle zone, a Faenza il tema rifiuti continua ad essere molto attuale e a dar vita a diverse polemiche politiche, con le opposizioni che chiedono a gran voce un cambio di rotta e l’amministrazione comunale che difende l’attuale sistema di raccolta. Per fare il punto della situazione in merito a risultati, obiettivi e criticità abbiamo incontrato Luca Ortolani, assessore all’Urbanistica, Ambiente e Mobilità del Comune di Faenza.
Intervista a Luca Ortolani: “Vogliamo risolvere i disagi e tenere la città pulita”
Assessore, innanzitutto come sta andando con il sistema di raccolta differenziata che avete messo in campo?
Siamo partiti, nel 2022, da una raccolta differenziata che non arrivava al 50% e questo risultato faceva sì che la provincia di Ravenna fosse maglia nera, a livello regionale. Secondo le nostre stime con il precedente sistema di raccolta rifiuti nel cassonetto dell’indifferenziata finiva il 70% dei rifiuti conferiti e dunque non si poteva procedere oltre con queste modalità. I primi risultati li abbiamo visti già lo scorso anno con la percentuale di raccolta differenziata che, nonostante l’alluvione, è salita al 70%, grazie alla graduale estensione del porta a porta. Oggi abbiamo raggiunto quasi l’80% di raccolta differenziata, risultato perfettamente in linea con le nostre aspettative e con il target regionale. Questo risultato lo abbiamo ottenuto nonostante il compromesso che ha riguardato il centro storico, con la cosiddetta “Raccolta Smeraldo” che prevede appunto la presenza di cassonetti, di cui quello dell’indifferenziata apribile solo dai residenti con una tessera. Si tratta infatti di un sistema di raccolta che, dal punto di vista ambientale, porta minori risultati ma è compatibile con il centro storico dove un porta a porta integrale, per dimensioni delle strade ed eventi pubblici, non sarebbe stato gestibile.
Il tema rifiuti continua ad essere centrale nel dibattito cittadino. Quali sono state le criticità maggiori registrate durante questo cambiamento?
Credo che la difficoltà maggiore risieda nel cambiamento quotidiano delle nostre abitudini. Siamo passati da un sistema oggettivamente comodo, con il cassonetto dell’indifferenziata sotto casa, ad un sistema che richiede uno sforzo aggiuntivo a tutti noi, nel tenere la spazzatura all’interno delle abitazioni e smaltirla correttamente. E’ una scelta che non si poteva più rinviare perché il problema della gestione dei rifiuti, anche su scala nazionale, richiede a tutti di fare la propria parte.
Aldilà delle polemiche politiche, alcune lamentele arrivano direttamente dai cittadini. Ad esempio, nei condomini la gestione dei bidoncini non è semplice, per motivi soprattutto di spazi ridotti. Avete valutato soluzioni alternative?
Ad oggi ritengo che il servizio di raccolta rifiuti non presenti delle criticità significative però certo, siamo consapevoli che alcuni complessi condominiali presentano dei problemi di spazi dove allocare i bidoncini. Sono criticità puntuali da monitorare e risolvere. Comunque, i condomini possono già richiedere contenitori di dimensioni maggiori, da posizionare nelle zone comuni e il cassonetto dell’indifferenziata “Smarty”, come in centro storico. Poi, per quei contesti dove gli spazi sono davvero ridotti stiamo valutando di poter concedere porzioni di suolo pubblico, per allocare i contenitori condominiali, in spazi adeguatamente protetti. Abbiamo sempre dimostrato che la volontà di risolvere i disagi che si presentano c’è, come abbiamo fatto modificando il sistema di raccolta di potature e sfalci che non era soddisfacente e rimodulando la frequenza di raccolta di carta e plastica, nelle zone più densamente abitate, portandola da 15 a 7 giorni.
Ecco, nel forese però la raccolta di questi materiali è rimasta quindicinale, con annesse polemiche su una disparità di trattamento tra cittadini. C’è allo studio qualche cambiamento?
Sono ormai dieci anni che la frequenza di raccolta nel forese è questa, la situazione non è cambiata con il passaggio al porta a porta integrale. Generalmente nel forese ci sono spazi maggiori dove poter allocare i bidoncini e quindi ritengo si possa proseguire con questa frequenza. Piacerebbe a tutti una frequenza di raccolta maggiore ma come amministrazione dobbiamo interfacciarci ovviamente con le esigenze dei cittadini ma anche con Hera.
Nella vicina Brisighella sono ancora presenti i cassonetti dell’indifferenziata. La scelta fatta a Faenza è irreversibile? Non si poteva estendere la cosiddetta “Raccolta Smeraldo” a tutta la città?
Mantenendo i cassonetti in tutta la città, anche apribili solo con la tessera, non avremmo nemmeno lontanamente ottenuto gli stessi risultati che abbiamo oggi. Si fa un gran parlare anche della decisione della città di Bologna di non effettuare più la raccolta porta a porta in centro storico, sotto i portici ma perché non era il modello giusto per quella zona. Quasi tutte le città differenziano i sistemi di raccolta tra centro storico, area urbana e forese, cercando un compromesso tra risultato ambientale da raggiungere e gestione della città.
La tariffazione puntuale da gennaio 2026
Nell’ultimo periodo l’amministrazione comunale ha disposto controlli per i rifiuti abbandonati illegalmente. Sono state riscontrate molte irregolarità?
Il nostro obiettivo è tenere la città pulita e per questo motivo tutte le mattine ci sono alcuni camion che battono la città e raccolgono fondamentalmente tutto ciò che trovano. E’ un servizio aggiuntivo che paghiamo al gestore della raccolta rifiuti proprio per mantenere Faenza pulita però chiediamo anche ai cittadini di rispettare le regole e collaborare. I controlli hanno riguardato tutta la città, non solo le isole ecologiche di base ma anche, ad esempio, i cestini all’interno delle aree verdi o alcune zone dove sono più frequenti gli abbandoni di rifiuti, anche da parte di imprese. Le irregolarità riscontrate nel corso dell’ultima serie di controlli sono state circa una decina e in futuro sicuramente questi accertamenti continueranno perché chi abbandona rifiuti in maniera illecita arreca un danno alla collettività.
Quando si arriverà alla tariffazione puntuale e come funzionerà?
In tutta la provincia di Ravenna si passerà alla tariffazione puntuale tra il 2025 e il 2026 e come città vogliamo essere allineati, per garantire soprattutto alle aziende un trattamento uniforme. Credo che a Faenza questo passaggio avverrà a gennaio 2026, è allo studio l’algoritmo per definire le giuste tariffe. Sicuramente la direzione in cui si vuole andare è quella di una tariffazione puntuale in grado di premiare chi fa lo sforzo di ridurre la quota di rifiuti indifferenziati, con uno sconto importante in bolletta, senza essere troppo punitiva nei confronti di chi non lo fa.
Samuele Bondi