“Uno smartphone in mano ad un bambino è come un go kart in autostrada”. È l’immagine con cui Alberto Pellai, psicoterapeuta, ha sintetizzato l’urgenza di vigilare sull’utilizzo degli strumenti digitali da parte soprattutto dei giovanissimi, nel corso dell’incontro dal titolo “Social e intelligenza artificiale: non serve lo schermo per crescer smart”, tenutosi al Meeting per l’amicizia tra i popoli a Rimini. La vita online dei ragazzi è un contesto che spesso riserva soprese ai genitori. Dentro all’alleanza educativa, che coinvolge scuola e famiglia, vanno analizzate funzioni e caratteristiche specifiche di strumenti e piattaforme. Per esempio, il mondo online, aggiunge Pellai, “è basato sull’attivazione dopaminergica: genera dipendenza e frammentazione dell’attenzione, viene meno il sonno e, tra l’altro, i nostri figli dormono, grazie al digitale, due ore in meno a settimana rispetto a prima”.
Serve un’alleanza educativa scuola famiglia sull’uso del digitale
Ci sono, poi, le caratteristiche specifiche del contesto online, come descritte da Fabio Mercorio, professore di Computer Science, all’Università Milano Bicocca: “il mondo dell’intelligenza artificiale, di Chat GPT, è il mondo della probabilità, mentre a caratterizzare noi come persone è la categoria della possibilità. L’intelligenza artificiale ha dei limiti nel suo essere predittiva e tende a proporci contenuti sempre più mirati”. Per questo, già i social spingono alla polarizzazione estrema delle opinioni, cui stiamo assistendo in questi giorni”.
Sul tema dell’utilizzo del digitale a scuola è necessaria un’alleanza educativa scuola famiglia sull’uso corretto sia a scuola, sia a casa, secondo Luca Botturi, docente della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), che specifica: “Non è l’iperconnessione dei ragazzi che sviluppa competenze digitali, ma una giusta formazione all’uso della tecnologia”.
Questo apre alle conclusioni tratte da Maryanne Wolf, docente Ucla University e membro della Pontificia Accademia delle Scienze: “I bambini hanno bisogno di processi di elaborazione lenta. Fino ai dieci anni è meglio far leggere su carta. E, una raccomandazione importante: leggete direttamente voi qualche storia ai vostri figli, ogni sera”, senza abbandonarli alla tecnologia.