A Faenza lo sanno in pochi. Abiti da sogno indossati da celebrities come Angelina Jolie, Jennifer Lopez, Rita Ora, Elton John, Shakira, Beyoncé, sono stati confezionati in via Ponte Romano. Non solo: anche abiti da sposa griffatissimi come quello della nipote del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sono nati all’ombra della torre civica. La lista è molto più lunga, ma molti dei committenti sono top secret a causa di contratti che vincolano al segreto più assoluto. Molti abiti da sposa finiti sulle riviste patinate di mezzo mondo sono probabilmente passati da qui.
Officina & Design punto di riferimento per le grandi firme dell’alta moda

In via Paolo Costa c’è Officina & Design, un laboratorio artigianale di sartoria gestito da madre e figlia Roberta Graziani e Gaia Lazzari che, aiutate da alcune sarte, sono diventate negli anni un punto di riferimento per le grandi firme dell’alta moda: Versace, Cavalli, Peter Dundas, Dolce & Gabbana, Pucci, Ralph Lauren, Fendi, giusto per citarne alcuni. La loro specializzazione sono i ricami, le rifiniture e le decorazioni. «Praticamente tutto quello che va sopra al vestito – spiega Roberta Graziani – il ricamo e l’abbellimento del capo, ma abbiamo cucito interamente a mano alcuni abiti di couture. In generale, nell’alta moda, gli orli, le finiture sui fianchi e le giunture vengono cucite a mano. Talvolta però il ricamo è talmente fine e prezioso da richiedere un lavoro a tutto tondo. In quel caso si cuce tutto con ago e filo, senza l’ausilio della macchina».
L’alluvione ha distrutto la vecchia sede in via Ponte Romano
Tra le peculiarità dell’atelier c’erano, fino allo scorso anno, anche finiture di lusso per arredamenti tessili di yacht e barche. L’attività è stata bruscamente interrotta dall’alluvione, che ha distrutto la vecchia sede in via Ponte Romano. «Ci trovavamo proprio sulla curva – ricorda Roberta – e abbiamo perso tutto». Anche lo show room di via Ravegnana è stato pesantemente danneggiato. «Ci siamo trasferite in una nuova sede in via Paolo Costa ripartendo praticamente da zero». L’alluvione ha infatti spazzato via campionari e tessuti, oltre a tutta l’attrezzatura. «Per mettere insieme quei campioni ci sono voluti anni – precisa Roberta – e lavorare senza è impossibile. Ricevere clienti senza aver nulla da mostrare è complicato per noi». Nel frattempo Roberta e Gaia non si sono arrese: nel giro di soli due giorni hanno ripulito dal fango alla bell’e meglio la sede di via Ravegnana e ripreso a lavorare. «Abbiamo improvvisato tavoli con assi di legno e cavalletti – ricorda Roberta – e i nostri clienti ci hanno fatto arrivare tutto quello che ci serviva per ripartire nell’immediato: forbici, tessuti, lampade, prese, cancelleria». Madre e figlia hanno poi rimesso a nuovo i locali di via Paolo Costa. «Ci siamo arrangiate in metà dello spazio, passando da 240 metri quadri agli attuali 100, ma non ci lamentiamo».
«Le ragazze con cui lavoro sono la mia famiglia»

Nell’atelier lavorano una decina di persone tutte altamente specializzate. «Mia figlia e io ci occupiamo di design, grafica, organizzazione e della parte amministrativa. Poi ci sono le collaboratrici, indispensabili, sempre le stesse da anni, perché si tratta di un lavoro di precisione per un prodotto di altissima qualità. Le ragazze con cui lavoro sono la mia famiglia: tra noi ci sono stima, fiducia, armonia, profondo affetto e questo è più gratificante di qualsiasi abito da vip». Ad andare via da Faenza, nonostante tutto, Roberta non ci pensa nemmeno. «Sono nata e cresciuta qui, è il posto ideale dove vivere – aggiunge – sono affezionatissima alla città e non me ne andrei per nulla al mondo. Poi è ovvio che le case di moda sono su Roma e Milano e abbiamo clienti sparsi in tutti i continenti».
Il progetto “Diventa Cielo” con Daniela Papadia e Francesco Miccichè
In atelier c’è spazio anche per la solidarietà. Da giugno madre e figlia stanno infatti portando avanti un progetto pilota dal titolo “Diventa cielo” insieme all’artista palermitana Daniela Papadia e al marito, il registra e sceneggiatore Francesco Miccichè. L’iniziativa, che doveva concludersi a giugno, è stata prolungata almeno fino alla fine dell’estate. «Accogliamo donne, ma anche uomini con o senza esperienza per realizzare 300 rose blu che daranno vita a una splendida installazione. L’opera farà il giro di musei e gallerie d’arte. Verrà poi messa all’asta e il ricavato andrà a supporto di donne in difficoltà. L’idea è di realizzare laboratori che le aiuteranno le loro percorso di autonomia». C’è posto per tutti: basta mettersi in contatto con Officina & Design attraverso i canali social oppure chiamando il numero: 393 -9113724.
Barbara Fichera