Dal cammino fatto finora in Diocesi si è delineata la necessità innegabile di relazioni autentiche, di partecipazione, di condivisione, di collaborazione, di corresponsabilità per diventare comunità ‘formato famiglia’, dove ci si incontra, ci si forma insieme (ministri ordinati, consacrati e laici); dove si riconosce e valorizza il contributo di ciascuno; dove si portano i pesi gli uni degli altri accompagnandosi nelle fasi della vita; dove la comunione sgorga dal dono della Parola, dall’incessante riscoperta del Battesimo, dalla gioia di sentirsi amati da Dio. Non si vogliono ignorare, ma affrontare i problemi o gli ostacoli. Per esempio, davanti alla fatica emersa nei confronti dei presbiteri, abbiamo riconosciuto un autentico desiderio di bene e di gratitudine: le comunità hanno sinceramente a cuore i loro sacerdoti. E davanti a difficoltà anche di relazione, le proposte vanno nella direzione dell’accoglienza e accompagnamento reciproco. Di seguito riportiamo alcune delle proposte concrete emerse dalla sintesi diocesana.
Relazioni e corresponsabilità
- Rendere lo stile sinodale (ascolto della Parola, ascolto dei fratelli, scelte condivise sotto la guida del pastore) la modalità di ogni nostro radunarci. In ogni incontro ci siano la Parola, scritta e trasmessa, e l’ascolto di ciascuno.
- Allargare la base delle comunità per una maggiore corresponsabilità: aprirsi alla missione che si concretizza anche con gesti di accoglienza, accompagnamento, specie verso le situazioni difficili, le fragilità, i poveri; generare alleanze, comunità aperte, inclusive, in ascolto.
- Far sì che il Consiglio pastorale parrocchiale rappresenti tutta la comunità e sia spazio di vitalità, di partecipazione e di comunione per l’annuncio, la celebrazione, la carità del territorio specifico della parrocchia. Ogni parrocchia o Unità pastorale, nel proprio Consiglio Pastorale adotti lo stile sinodale per essere luogo di discernimento, proposta e verifica del camminare insieme.
- Investire nelle Unità pastorali superando il criterio auto-conservativo della parrocchia.
- Domenica
- Valorizzare la domenica perché sia “significativa”: tempo e spazio di qualità per fare esperienza viva della fede e dell’unità nel Risorto, non solo come punto di partenza ma anche come punto di arrivo dei percorsi pastorali e di educazione alla fede, superando ogni divisione.
- Incentivare la qualità delle Messe domenicali rispetto alla quantità; privilegiare la preparazione e la cura secondo quanto indicato dai libri liturgici.
- Dedicare una cura particolare perché gli infermi, gli anziani, le persone che non possono lasciare la propria abitazione
- Promuovere la liturgia della Parola, la liturgia delle Ore, l’adorazione eucaristica, le forme di meditazione sulla Scrittura come la lectio divina e i gruppi biblici, non come sostituzione, ma come risonanza della celebrazione eucaristica.
- Ideare itinerari per formare alla liturgia, al suo senso teologico e spirituale e al linguaggio simbolico-rituale.
- Formazione
- Rispondere alla richiesta di una catechesi e formazione “alte”, esigenti, con un linguaggio adeguato a tutti, per aumentare conoscenza e consapevolezza, per imparare a leggere e accogliere in profondità questo tempo e la quotidianità, per sostenerci nel crescere insieme, per diventare persone capaci di fraternità:
- Aumentare la qualità e l’apertura/diffusione della formazione (per es. la Scuola diocesana di Teologia rinnovi la proposta con comunicazione, nuovi docenti, promozione e materiali specifici…).
- Proporre formazione e aggiornamento continuo per tutti e per gli operatori pastorali in particolare (per es. ministeri istituiti e straordinari; catechisti e educatori; gruppi liturgici; gruppi biblici…).
- Intraprendere percorsi culturali, di studio e confronto sui temi emergenti, che possano essere esperienze di apertura e terreno di incontro con i mondi “lontani” dalla Chiesa
- Dialogo con i pastori
- Cercare spazi di condivisione per imparare a parlare la “stessa lingua”
- Aprire la 3 giorni del Clero (totalmente o parzialmente) anche ai laici. In alternativa, si organizzi una giornata aperta a tutti sulle tematiche pastorali dell’anno in corso.
- Riunire almeno una volta all’anno il Consiglio presbiterale con il Consiglio Pastorale diocesano sotto la guida del Vescovo per condividere gli orientamenti annuali diocesani.
- Strutture
- Creazione di Fondazioni/Società appositamente costituite per la gestione degli immobili. Le forme contrattualistiche di utilizzo devono poi garantire e preservare le finalità dell’attività pastorale.
- Riconversione. Gli immobili che non servono per le attività pastorali vanno visti in un’ottica di progettazione e utilizzo diverso, ad esempio come abitazioni, vista la continua e costante emergenza abitativa.