Sarà una maturità doppia quella degli studenti della sezione Esabac dell’indirizzo linguistico del Torricelli-Ballardini di Faenza. I maturandi conseguiranno infatti, alla fine delle quattro prove, il diploma dell’esame di Stato italiano e del Baccalauréat francese. In questo caso a preoccupare gli studenti sono specialmente le prove scritte in lingua. «La preparazione di questi anni e l’impegno che ci abbiamo messo – spiega Edoardo Argnani della 5^AL a indirizzo linguistico – mi fa stare abbastanza tranquillo perché è solida. L’orale dovrà essere un momento di dialogo e di messa in relazione delle varie conoscenze acquisite. Ci aspettiamo però una prova Esabac parecchio impegnativa». Sarà un test di comprensione e un elaborato su un periodo storico compreso fra i grandi totalitarismi di inizio secolo scorso e i giorni nostri, che conclude un percorso scolastico bilingue triennale. «Una scelta fatta consapevolmente che ancora condivido – prosegue Edoardo – anche se abbiamo molto lavoro alle spalle. Studiare storia in una lingua straniera non è stato semplice e la prova che dovremo affrontare sarà tirata nei tempi, senza contare che è prevista per martedì prossimo, ritardando di fatto l’inizio dell’estate con un carico maggiore di studio». Il grande tema per i licei linguistici di quest’anno è stata la seconda prova scritta che ha visto, a sorpresa, la terza lingua. «Per noi studenti Esabac è stato il tedesco – spiega Edoardo – e questo ci ha messo un po’ sull’attenti. Il nostro monte ore della terza lingua è ridotto e non è stato semplice affrontare una prova di comprensione e produzione di un testo». Anche sul Capolavoro Edoardo è un po’ scettico. «Ho inserito le mie esperienze di vincitore di un concorso letterario più una prova di traduzione in cui sono arrivato secondo. Credo però che il Capolavoro sia stata una cosa calata dall’alto. Queste piattaforme funzionano sì e no, perché spesso esulano dalla valorizzazione delle competenze, per impantanarsi in inutile burocrazia, moduli da compilare e dispendio di denaro e risorse. La piattaforma unica può avere del potenziale, ma allo stato attuale non aggiunge nulla in più». Anche Edoardo riconosce che la pandemia ha molto segnato lui e i compagni, con delle inevitabili ripercussioni sull’esame finale. «È impensabile paragonare le nostre conoscenze a quelle di chi ha svolto l’esame cinque anni fa – precisa Edoardo – noi siamo stati toccati da pandemia e alluvione a livello psicologico e umano, vivendo tutto sulla nostra pelle. Non per questo avremo sconti né agevolazioni, sarà una bella sfida. Negli ultimi giorni di scuola – aggiunge – abbiamo ripensato e rivisto con un’analisi critica il nostro percorso scolastico. Quello che è emerso è la necessità di una maggiore personalizzazione della formazione, che tenga conto dei talenti di ciascuno in funzione soprattutto della facoltà universitaria scelta. Al momento infatti pensiamo che i percorsi siano chiusi, rigidi e troppo calati dall’alto, lasciando indietro materie spesso appassionanti». Nel frattempo anche Edoardo si prepara al post esame. «Sono già stato ammesso al corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche in inglese, a Forlì».
Barbara Fichera