Sono terminate ieri le seconde prove scritte dell’esame di Stato, ma non per tutti. Quella del liceo a indirizzo artistico è sicuramente una delle più difficili, se non altro per la durata: 18 ore totali suddivise in tre giorni, tra teoria e pratica. Ne abbiamo parlato con Annalaura Alberici studentessa della 5° BA del Torricelli-Ballardini di Faenza.

Annalaura, sei preoccupata?

Sono giornate impegnative, ma è forse l’orale a spaventarmi di più, perché mi sembra la prova più ardua.

Come ti sei preparata durante l’anno?

Ho sempre studiato molto, mi sento abbastanza sicura, perché ho cercato di stare al passo con le lezioni. Questo sicuramente mi ha aiutata, però qualche lacuna è inevitabile, perché ricordarsi tutto è impossibile. A volte mi faccio un po’ prendere dall’ansia perché vorrei davvero prepararmi al meglio.

Hai iniziato il liceo cinque anni fa e poco dopo sono scattate le chiusure a causa dell’emergenza Covid. Cosa ricordi di quegli anni?

Sicuramente non abbiamo vissuto appieno l’esperienza scolastica, un po’ come se fosse venuto meno qualche anno di liceo. Sento che mi manca qualcosa e va molto oltre la parte di programma persa. Riguarda soprattutto la sfera personale, le amicizie, i rapporti con i compagni e con i professori. È stato uno shock ricominciare praticamente da capo la vita scolastica dopo anni passati chiusi in casa senza vedere mai nessuno. Non è stato semplice rituffarsi nel mondo: i compagni erano cambiati e anch’io mi sono riscoperta diversa. Ritrovarsi, riprendere le lezioni è stato bello ma difficile, non riuscivamo più a riconoscerci, senza contare che siamo dovuti ripartire da zero. Dopo il biennio passato chiusi in casa ci siamo ritrovati di botto in terza, un anno cruciale per il liceo, certamente il più esplosivo e difficile.

Poi un po’ di tregua e alla fine dello scorso anno la piena del Lamone. Tu come l’hai vissuta?

L’alluvione non ha colpito direttamente il mio nucleo familiare, ma tanti miei compagni di classe sì. Ho potuto toccare con mano cosa ha significato per loro, ed è stato molto pesante. Ovviamente, come tutti, sono andata ad aiutare e ricordo soprattutto la paura negli occhi dei miei amici, una paura che si rinnova non appena inizia a piovere. C’è il timore in tutti noi che possa accadere di nuovo e questo mi dispiace tantissimo.

A breve sarete dichiarati ‘maturi’: le esperienze vissute vi hanno resi più forti o più fragili?

Questo non posso dirlo, però siamo i primi a riprendere l’esame di maturità al 100% dopo quello che è successo l’anno scorso. Vedremo.

Barbara Fichera