Quasi 3.300 Comuni italiani sono senza sportelli bancari, 4,4 milioni di persone che vivono in aree completamente “desertificate”, mentre gli utili degli istituti di credito continuano la loro corsa. La progressiva riduzione degli sportelli, secondo l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, sta lasciando senza servizi un quarto del territorio nazionale. E nel frattempo i primi sette gruppi bancari (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bpm, Mps, Bper, Popolare di Sondrio e Credem) nel primo trimestre di quest’anno hanno registrato utili per 6,3 miliardi di euro (con un aumento del 25,6% rispetto ai primi tre mesi del 2023), rileva un rapporto dell’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil. Se i tassi si stanno muovendo in senso favorevole verso gli utenti, dopo la corsa al rialzo degli anni scorsi, la chiusura degli sportelli lascia invece senza servizi non solo le famiglie, ma anche le imprese: sono 265.635, calcola il sindacato bancario della Cisl, quelle che hanno la propria sede in Comuni senza sportelli bancari, 1.123 in più rispetto a dicembre 2023. La chiusura delle filiali danneggia soprattutto quella quota, non piccola, di cittadini che non sono in grado di usare l’online banking, quasi al metà degli italiani, secondo le stime di First Cisl: gli utenti attivi sono decisamente inferiori alla media Ue, che ha raggiunto il 63.9%. I più svantaggiati sono gli anziani, che hanno minori competenze digitali: solo il 26% degli utenti tra i 65 e i 74 anni utilizza l’internet banking. Un sistema di banche, quello del Credito Cooperativo, si sta muovendo in controtendenza, rispetto al resto del panorama bancario italiano. Le BCC italiane hanno chiuso l’esercizio del 2023 mantenendo salda la propria presenza sui territori: il numero complessivo degli studenti degli sportelli delle banche mutualistiche – 4.087 – è rimasto praticamente inalterato, così come i Comuni italiani nei quali esse sono presenti (2.521). E’ ulteriormente aumentato il numero di Comuni in cui le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria, passati in un anno da 710 a 747, vale dire il 35% dei Comuni con una sola filiale. Si tratta di un contributo concreto e diffuso al fianco dell’economia reale, di quella platea di medie, piccole e micro imprese che costituiscono l’ossatura del sistema produttivo del Paese, spesso proprio nelle aree a rischio di spopolamento. Alcuni esempi sono vicini a noi: a Sassoleone, sulle colline imolesi, La BCC continua a tenere aperta la propria filiale due giorni a settimana, a Tredozio, sull’Appennino forlivese, tutti i giorni, così come a Granarolo Faentino: le altre banche presenti in zona hanno chiuso da tempo i loro sportelli. Le BCC, le Casse Rurali e le Casse Raiffesen stanno naturalmente evolvendo il proprio modello di presenza nei territori ricorrendo a diverse applicazioni tecnologiche che consentono di mantenere la propria caratteristica di banche di relazioni e di inclusione finanziaria anche nell’era digitale con approcci di servizio che consentono la relazione, non solo la transazione, con soci e clienti anche a distanza. Quindi, parlando di banche possiamo dire: più utili, meno sportelli, ma non tutte.
Tiziano Conti