Legambiente Faenza ha presentato le proprie osservazioni e considerazioni in merito alle linee di indirizzo strategiche del Piano Urbanistico Generale, atto di Giunta con cui si vogliono consegnare indicazioni condivise alle prossime amministrazioni dei Comuni che a giugno andranno al voto e importante continuare il percorso di redazione del Pug.

La considerazione preliminare, espressa dall’associazione faentina, è ovviamente legata agli eventi alluvionali del maggio scorso.

“È scontato – affermano da Legambiente – che si debba aggiornare il quadro conoscitivo del PUG, prendendo atto dei rischi che si sono evidenziati e di quanto sarà indicato dall’aggiornamento dei Piani di Gestione del Rischio Alluvioni, da parte di tutti gli enti preposti (le cui prime indicazioni dovrebbero essere rese note tra breve).

Abbiamo ovviamente ribadito la necessità – continuano da Legambiente – di bloccare le nuove costruzioni in aree alluvionate, e non potendo accontentarci delle dichiarazioni del presidente Bonaccini, abbiamo chiesto che la Regione emani al più presto questa “norma di copertura” per bloccare nuove costruzioni in zone allagate e allagabili e contemporaneamente affronti la situazione di immobili gravemente danneggiati, per valutare come porli in sicurezza o invece ipotizzare una ricollocazione, oltre che per prevenire possibili speculazioni da parte di acquirenti con offerte sotto il valore effettivo.

Il PUG inoltre deve comprendere tutte le scelte strategiche di assetto del territorio e coordinarsi quindi con tutti gli altri piani settoriali(Paesc, Pums, Piano Strategico 2030) come recita il documento “…in modo da indirizzare i processi verso direzioni virtuose e nel solco dell’economia circolare, con attenzione particolare alla filiera del mondo delle costruzioni, all’energia sostenibile, al riciclo dei rifiuti, ed alla risorsa acqua”.

Su tutti questi ambiti, da approfondire, Legambiente ha posto alcune questioni:

-su scelte coerenti per quanto riguarda la mobilità sostenibile, non dando per scontato la necessità di una nuova tangenziale a nord;

-sulla salvaguardia della biodiversità e di tutela di corridoi verdi, sulla valorizzazione del Parco della Vena del Gesso, che per avere la conferma a sito patrimonio dell’Unesco deve evitare che la cava si espanda oltre gli attuali confini, impegnando invece l’azienda in una riconversione verso un polo di materiali edili innovativi;

-sulla gestione del ciclo dei rifiuti, dove come territorio siamo ancora, salvo rare eccezioni, tra i Comuni meno virtuosi della regione, per la quantità di rifiuti indifferenziati;

-sullo sviluppo ulteriore della produzione energetica da fonti rinnovabili, a partire dal decollo e diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili, utilizzando prevalentemente tetti di strutture industriali, evitando l’ulteriore consumo di suolo agricolo con la diffusione di impianti solari a terra, con la sola eccezione di impianti agrivoltaici sperimentali.

Tuttavia, proseguono da Legambiente, la questione cruciale che deve affrontare il PUG è l’inversione di tendenza sul consumo di suolo, perché abbiamo già costruito troppo.

Nell’Unione della Romagna Faentina, dal 2018 ad oggi, si è già praticamente consumato un 3% di territorio in più.

Per contenere il consumo di suolo e la rigenerazione del territorio urbanizzato, assieme all’istituzione del bando per gli immobili disponibili alla rigenerazione urbana, andrebbero censiti anche tutti gli altri immobili inutilizzati, con varie destinazioni d’uso, verificando il tipo di proprietà, privata, pubblica, fondazioni, istituti bancari, Curia, affinché si possano aprire confronti per verificare la possibilità che le categorie sopra citate siano protagoniste di progetti di trasformazione compatibili.

Per rispondere all’evoluzione dei bisogni e delle caratteristiche della popolazione che cambia (per fasce di età, provenienza, reddito…) servono soluzioni abitative di edilizia sociale e popolare.

Per evitare però, concludono da Legambiente, che questi processi di trasformazione estendano le peggiori pratiche dell’“edilizia contrattata” è necessario rendere molto precisi e cogenti i principi che il PUG indicherà per gli interventi sul territorio e poi far sì che tutte le ipotesi di progetti urbanistici siano preventivamente resi pubblici, affinché tutti possano conoscere e intervenire in veri processi di partecipazione.