Una giornata dedicata alla pace mondiale. Sabato 24 febbraio dalle 9 alle 13 in piazza della Libertà di Faenza sarà allestito un gazebo per la pace promosso dalla rete Overall. Alle 18.30 in piazza del Popolo manifestazione a Faenza per la pace fra Russia e Ucraina. Su quel fronte siamo ormai ai due anni di guerra conclamata, mentre il fuoco violento fra le parti, nella terra del Donbass, seppur quasi sottotraccia, giunge addirittura al suo decennio. Ma proprio in questi ultimi due anni quello stato di guerra ci ha coinvolti da vicino e costretti ad affrontare il tema dell’accoglienza con numeri subito consistenti e che sembravano dover crescere rapidamente. A un certo punto, a primavera 2022, c’erano una sessantina di ucraini accolti sotto la responsabilità della nostra Caritas diocesana. E pareva dovessero crescere. Oggi quel numero si è invece ridotto. Attualmente, a due anni dal conflitto, sono 13 gli ospiti alla casa Bersana, poco fuori Faenza, e 16 nell’ex convento di Santa Chiara. Cinque a Pieve Ponte e cinque a Pezzolo di Russi, tre a Basiago. Qualcuno ha fatto ritorno a casa, qualcuno ha trovato soluzioni sue. In Caritas a seguire questo servizio, da un anno c’è Sofia, che ha raccolto il testimone da Giulia e che ci parla di una situazione in movimento. Ma non per il solo ritorno in patria, reso per altro difficile dalle notizie che conosciamo, bensì per un inserimento a livello locale.

Le storie di chi è stato accolto dalla Caritas di Faenza-Modigliana

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In questi due anni alcuni sono anche tornati in Ucraina, come una madre con bambino andata a ritrovare il marito e padre rimasto in uniforme a servire il paese. Ma i più hanno iniziato da subito a rispondere a proposte di lavoro. Così che qualche nucleo familiare ha cominciato a guardarsi attorno e a cercare casa. Coloro che per aggiornare o fare un documento, o far visita a parenti, rientrano in via temporanea in Ucraina, ben comprendono cosa significa vivere sotto il suono continuo degli allarmi. Per cui la tendenza è ovviamente a inserirsi qui dove hanno ricominciato a vivere e l’accoglienza è parsa loro buona. Molto buona, al punto che ora possono guardarsi intorno e tentare di trovare una residenza che li faccia sentire famiglie come le nostre. Da notare che anche i bambini e ragazzi sono stati quasi tutti iscritti alle scuole. Pochi quelli per cui si è preferita la scelta di un collegamento online con le scuole ucraine. «Diversi anche i genitori – aggiunge Sofia – che seguono i corsi di italiano che promuoviamo come Caritas. Qualcuno segue i corsi dell’associazione Penny Wirton in via Fornarina o quelli che si fanno presso la scuola Carchidio Strocchi. E ci sono anche alcune mamme che, sperando in un ritorno in Ucraina, non ritengono di avvalersi di questi corsi».

Corsi di italiano, lavoro e ricerca di una casa

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«Da Santa Chiara – dice Sofia – un nucleo è uscito in aprile scorso e un altro ad agosto. Alla Bersana è successo in ottobre. Pian piano c’è idea che molti, avendo il lavoro, cercheranno una loro autonomia». Sofia ha iniziato a gennaio 2023 a seguire queste famiglie attraverso il progetto Apri. «Progetto promosso da Caritas Italiana poi terminato a settembre 2023 con la rendicontazione delle spese e relativo rimborso a chi aveva anticipato. Ora continuiamo con la fornitura alimentare, ma sempre meno necessaria, e i colloqui periodici che ci consentono di monitorare continuamente la situazione». Dopo l’alluvione la ricerca di casa a Faenza si è complicata. Ma se la propensione prevalente è quella di rimanere sul nostro territorio, si può ben dire che è solo questione di tempo.

a cura di Giulio Donati