Dalla pasta fatta a mano a impiegato, fino alla politica internazionale. Filippo Sintoni, un romagnolo volato verso est. Da Russi, lavorerà al Consolato di Hong Kong.

Intervista a Filippo Sintoni, “dal mattarello a… Mattarella”

Filippo, so che sei tornato a Russi l’estate scorsa. Come l’hai trovata? Nostalgia?

Sono tornato a casa per quindici giorni circa tra luglio e agosto, dopo quattro anni dall’ultima volta. Era il dicembre 2019 e subito dopo iniziò la pandemia. Teoricamente era possibile volare, ma le tariffe erano proibitive, con l’aggiunta di venti giorni obbligatori di quarantena in hotel, da pagare di tasca propria. Non proprio il massimo della scelta, quando l’ammontare finale era una cifra attorno ai 6/7mila euro.
Russi non mi ha dato nostalgia, ma è sempre bello ritornare. C’è sempre qualcosa che cambia, ma tutto sommato rimane sempre simile, soprattutto quando ci stai quindici giorni in tutto.

Sei andato in Cina sviluppando l’attività di produzione e vendita di pasta fresca. Poi sei passato al mondo delle nuove tecnologie in una scuola. E ora mi dicono che inizierai a lavorare nel Consolato italiano di Hong Kong.

Ho fatto una battuta orribile al telefono con mio fratello che potrebbe riassumere bene la situazione lavorativa: «Dal Mattarello a Mattarella in meno di dieci anni». La mia prima attività con la pasta fresca (il Mattarello, appunto) è lentamente cessata per via del covid. Una buona parte del nostro business proveniva dalle salse fresche nei supermercati, ma data la fascia di prezzo, necessitava una continua strategia di assaggi di persona. Tutto questo è stato bloccato quasi subito e le vendite sono calate quasi a zero. Il governo di Hong Kong, con un progetto atto a sostenere le piccole realtà, aveva dato un fondo perduto per sviluppare un sito di e-commerce, ma nonostante tutto le vendite sono rimaste molto basse. I ristoranti che compravano all’ingrosso chiudevano o si spostavano verso ingredienti economici più adatti al take-away.

Quindi cosa avete fatto?

Di fatto, a gennaio 2022 abbiamo chiuso tutto. A settembre 2021 ho preso la residenza permanente, che di fatto mi mette in pari con la gente locale a livello lavorativo. Posso lavorare dove e con chi voglio, senza visti o altro. Da gennaio a giugno 2022 ho fatto qualche lavoro part time online mentre mandavo curriculum dovunque, usando anche un mio vecchio diploma per reti internet come traino.

E sei arrivato in una scuola.

Il lavoro alla scuola è capitato per caso, dato che è un’istituzione estremamente prestigiosa frequentata da super ricchi, e ho mandato la domanda senza alcun tipo di idea. Mi hanno richiamato dopo un mese e dopo tre colloqui, controllo della fedina penale sia in Italia che a Hong Kong, sono stato assunto. La mia mansione non è nulla di particolare, di fatto un semplice tecnico informatico, ma la scuola è grande e c’è sempre qualcosa da fare. Il lavoro in sé mi piace e mi trovo molto bene con colleghi e studenti, anche se a volte succede l’episodio di “ma lei non sa chi sono io/di chi è il figlio etc” che mi fanno un po’ ribollire il sangue. Come già sai passerò ad altro a partire da marzo.
L’annuncio del Consolato è uscito a maggio 2023 e l’ho visto per caso, ma ho comunque mandato la domanda di partecipazione. Il concorso c’è stato a fine settembre e ho avuto la notifica del posto a novembre. Siamo ancora a mezzo coi documenti ma dovrei iniziare a marzo 2024.

Di cosa ti occuperai?

La mia mansione sarà quella di un normale assistente amministrativo, ma esattamente dove sarò collocato di preciso ancora non lo so.

Com’è cambiata la Cina in questi dieci anni?

La Cina cambia sempre (se parliamo della Cina mainland, di là dal confine) e l’impressione è sempre che vadano in fretta in una cosa, ma si dimenticano di altre: esempio, ieri ero a Shenzhen e hanno già un buon 60% di veicoli elettrici. Ma lo sono anche i motorini che vengono usati come biciclette ovunque, incluso marciapiedi e ciclabili, senza alcun controllo. Hong Kong invece è sempre lei, ma dopo le proteste e la legge di sicurezza nazionale, c’è un’atmosfera un po’ desolata. Dopo la riapertura di tutto, finito il covid, sta andando un po’ meglio. Economicamente tutto ok.

Hai ancora amici in Italia? Che pensano di quel che fai?

In Italia certo, internet e smartphone rendono la vita piuttosto semplice per mantenersi in contatto. Con alcuni amici ci scriviamo regolarmente come se fossimo tutti nella stessa zona, fuso orario permettendo. Poi ci si vede dal vivo quando rientro. L’opinione comune è che sia tutto andato a migliorare da quando ho cambiato lavoro. Meno stress, più stabilità economica.

Da quanto tempo non senti Roberto Gordini, che era tuo superiore quando lavoravi in Comune a Russi?

Roberto l’ho sentito prima di iniziare il lavoro a scuola ma non più da allora. Quest’estate non ho avuto tempo di organizzare per vederci, ma lo farò a febbraio, dato che torno a Russi un paio di settimane.

a cura di Giulio Donati