Inutile ricordare qualcosa che è ancora vivo nei suoni e nelle immagini di tutti i faentini. Il 2023 sarà ricordato come un anno in cui il cambiamento climatico ha alzato la voce. Lo ripercorriamo per soffermarci su quelli che sono i dati, i numeri che ci aiutano a prendere coscienza di come le nostre azioni sono importanti e determinanti su quel che ci succede. Tante sono le ricadute che vanno anche al di là della devastazione dello scorso maggio, mese in cui è caduta quasi metà della pioggia che era caduta nell’intero 2022. Sono stati 321 i mm di pioggia di maggio su 817mm complessivi del 2023, contro i 663,8 mm del 2022 anno in cui le piogge più abbondanti si erano verificate a settembre e novembre senza però mai superare i 103-120 mm di acqua.
Precipitazioni irregolari e temperature sempre più alte
A complicare le cose nel 2023 è stato anche l’andamento estremamente irregolare delle precipitazioni: mesi come aprile e agosto hanno visto cadere rispettivamente solo 10,8 e 12,8 mm di pioggia. Non è complicato comprendere come questo abbia delle ricadute negative sull’agricoltura locale che ha dovuto fare i conti anche con le gelate dell’inverno: a febbraio le minime hanno toccato i -3,5 °C e non sono mancate le grandinate.
Anche l’andamento della temperatura infatti ha subito negli ultimi anni significativi scossoni che, come mostrano le estati prolungate in autunno, si sta trasformando in un vero e proprio cambiamento del clima. La media lo scorso anno è stata 15,8 °C, contro i 14 °C del 2013 e i 14,4 °C del 2003. Già nel 2018 si registrava una media di 15 °C. Un innalzamento quindi che non si arresta e che ha portato in questo anno appena trascorso ai 39,3 °C di agosto, con un gennaio di 15,4°C.
Venti e tornado
Preoccupa anche un altro fattore che non aveva finora destato particolari disturbi: il vento. Abbiamo segnalato qui sul nostro giornale più di una volta raffiche di vento importanti che, in modo particolare nella Bassa, hanno causati importanti danni andando ad aggravare una situazione già complessa nel post alluvione. A luglio raffiche di vento che hanno raggiunto i 102 Km/h contro una media annua di 4 km/h hanno messo a dura prova la zona di Voltana e Alfonsine. «Dai danni riscontrati, con tralicci divelti e case demolite, stimiamo che le raffiche di vento dentro il tornado siano state tra i 250 e i 300 km orari, dal momento che i tralicci dell’alta tensione sono progettati per resistere almeno fino a venti sui 280 km/h.- ha detto al nostro settimanale il tecnico Pierluigi Randi – Inoltre, il cono del vortice aveva un diametro di 700-800 metri contro i 150 dei tornado che generalmente si verificano in questa zona».
Un anno che si è chiuso con un autunno caldo che ha lasciato spazio a un inverno dalle temperature miti, con gli oltre 18 °C di ottobre e i 7,2 °C di dicembre contro i 6 °C del dicembre 2022.
Inizio 2024: apprensione per la tenuta dei fiumi
Il 2024 è partito da dove era terminato: con diverse apprensioni per il maltempo e la tenuta dei fiumi. Nelle giornate del 6 e 7 gennaio Arpae ha emesso l’allerta arancione e a Faenza, in quei giorni, l’Osservatorio meteo Torricelli ha registrato 60mm di pioggia caduta. Non siamo lontani da quanto registrato l’anno scorso per l’intero mese di gennaio, quando caddero complessivamente 89mm di acqua. Nel faentino, fortunatamente, il 6 e 7 gennaio non sono stati riscontrati particolari disagi per l’innalzamento dei fiumi (che sono rimasti sotto la soglia d’emergenza), ma la paura vissuta dai cittadini, in ricordo delle alluvioni di maggio, è stata molta. La pioggia è caduta ininterrottamente per quasi 48 ore. La consapevolezza è che le cose non si sistemano da sé, occorre l’impegno quotidiano di ciascuno che sia disposto a cambiare le proprie abitudini. L’augurio è che questa non sia una frase retorica, ma un imperativo presente nelle nostre vite.
Letizia Di Deco













