Il 20 gennaio scorso è stato un giorno importante per il Centro Studi Campaniani di Marradi: si sono infatti svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio direttivo. Si deve a Enrico Consolini, sindaco negli anni ‘80, innamorato e profondo conoscitore della poesia campaniana, l’intuizione di fondare un’associazione per valorizzare e approfondire le opere del poeta marradese in anni in cui ancora il grande e principale dilemma era se Campana fosse “matto” o “geniale”. Proprio a Consolini in quegli anni, si devono tante iniziative, in particolare l’istituzione del Premio Letterario. Dopo la sua scomparsa nel 1988, gli amici e gli amministratori comunali raccolsero l’ideale testimone per continuare a concretizzare la sua idea. L’associazione fu promossa da Enrico Gurioli ed il comitato fondatore, con la collaborazione di Franco Scalini (fine conoscitore di Campana), nel dicembre 1988 approvò la bozza di statuto scritta e proposta dal sindaco, poi redatta dal notaio Giannantonio Pennino con atto costitutivo registrato a Rimini il 24 marzo 1989. Il notaio Pennino fu particolarmente solerte, anche lui di origine marradese per parte materna. La sua famiglia aveva ben conosciuto Campana, in particolare la bisnonna Barberina Squarcini, che lo ospitava nella sua bottega per mangiare e stare al caldo. Il poeta era solito scrivere versi sui tavoli di marmo che venivano poi ripuliti o in fogli di risulta che, purtroppo, sono andati perduti.

Il modo più degno di ricordare Enrico Consolini sarà proprio quello di accostarne il nome a quello di Campana, per la sua indiscussa e profonda conoscenza e passione. L’associazione ha lo scopo di valorizzare e diffondere l’opera di Dino Campana e in trentaquattro anni di vita ha svolto sempre al meglio tale compito dando lustro non solo al grande poeta, ma a tutto il Paese. Si sono succeduti tre presidenti: Franco Scalini, Rodolfo Ridolfi e Mirna Gentilini. La dottoressa Gentilini è stata presidente negli ultimi sedici anni e ha collaborato dalla fondazione fino alle elezioni del 20 gennaio, quando ha deciso di lasciare l’impegno.

“L’incontro con il ricercatore Durasov per la stesura dei Canti Orfici in russo? Una grande commozione…”

Le abbiamo chiesto alcuni fra i suoi ricordi più significativi, il rimpianto più grande e il desiderio che avrebbe voluto realizzare in questi trenta anni di lavoro. La dottoressa Gentilini, non senza emozione, ha risposto che i momenti belli sono stati veramente numerosi; il Centro Studi è tanto cresciuto, ha avuto importanti riconoscimenti ed è stato ulteriormente valorizzato dal Museo di Arte Contemporanea Artisti per Dino Campana ma, fra tutti, con profonda commozione ricorda l’incontro con il ricercatore e studioso russo Sergey Durasov, che è riuscito a produrre una traduzione dei Canti Orfici in russo. Poi è vivo il ricordo dell’inaugurazione della lapide a memoria della tipografia Ravagli dove furono stampate le prime, mille copie dei Canti Orfici nel 1914. Negli ultimi tempi, la nascita della rivista letteraria Batte Botte, nuovo anello verso il futuro.

Non sono mancate le delusioni e il cruccio più grande, dice Mirna, è non essere riuscita a coinvolgere a sufficienza il mondo dei giovani. Infine, il desiderio più grande sarebbe stato quello di poter operare fra le mura della casa del poeta, che ha visto nascere e sviluppare la vena poetica di Campana, ma è proprio degli ultimi giorni la notizia dell’acquisto dello stabile da parte dell’Unione dei Comuni del Mugello, così speriamo che un nuovo sogno possa realizzarsi. La dottoressa Gentilini termina la breve intervista con un grande augurio per il futuro Consiglio, perché sempre più possa far conoscere la poesia «musicale e colorita» del grande Poeta.

Aggiungiamo anche noi gli auguri più cari per nuovi successi al nuovo direttivo e al nuovo Presidente, senza dimenticare il nostro grazie riconoscente per l’impegno e i tanti traguardi raggiunti da Mirna e dai suoi preziosi collaboratori, prima fra tutti la signora Anna Maria Gentilini, sempre presente fin dalla fondazione.

Fedora Anforti