Prosegue il nostro approfondimento sul post alluvione in Romagna. Con il faentino Gian Marco Frascali, 35 anni, di professione geometra, entriamo sul tema delle ordinanze che disciplinano i rimborsi e le relative perizie. Affidarsi a un tecnico è infatti un passaggio fondamentale per tutti coloro che hanno subito danni. Sul sistema di verifica ed erogazione dei ristori, giudicato complesso e farraginoso, alcune critiche sono già state mosse dai comitati che riuniscono i cittadini alluvionati.

Intervista al geometra Gian Marco Frascali: “Per favorire la trasparenza, basterebbe maggiore flessibilità e dare più fiducia a noi tecnici”

Frascali, innanzitutto qual è stato l’impatto dell’alluvione sul lavoro di geometri e tecnici?

Inizialmente, sul mio lavoro, è stato limitato: ho iniziato a ricevere chiamate di persone che volevano far valutare i danni a giugno inoltrato, ma, in quel momento, mi limitavo a fare sopralluoghi. Con l’uscita delle ordinanze 11 e 14, che regolamentano i rimborsi per imprese e privati, invece tutto è cambiato e ora c’è un picco di lavoro e sarà così anche per i prossimi mesi. Tante persone mi chiedono di fare già la perizia, ma le ordinanze vanno recepite e ci deve essere ancora un confronto con la struttura commissariale quindi in realtà con l’esecuzione delle perizie si partirà presumibilmente da gennaio.

Ecco, il confronto con la struttura commissariale indica che le ordinanze hanno fatto sorgere, anche in voi tecnici, domande e richieste di chiarimento?

Sì, ed è stato proprio costituito un gruppo di lavoro all’interno del Collegio provinciale dei geometri per raccogliere le domande e inviarle alla struttura del commissario Figliuolo. Personalmente, faccio parte del Gruppo Giovani Geometri della provincia di Ravenna e anche noi abbiamo contribuito, incontrandoci e raccogliendo alcune domande.

All’interno delle ordinanze c’è qualcosa in particolare che complica il lavoro di voi tecnici?

La burocrazia non è stata snellita come ci si aspetterebbe di fronte a un’emergenza. Purtroppo bisogna dire che non è facile sburocratizzare dopo l’esperienza del Superbonus 110%, quando si percepiva il rischio che molte persone potessero approfittarne in modo illecito.

Come si potrebbe semplificare il vostro lavoro senza rinunciare ai principi di legalità e trasparenza?

Basterebbe un po’ di flessibilità in più e dare più fiducia a noi tecnici. Strumenti come i prezziari regionali, a cui dobbiamo obbligatoriamente attenerci, potrebbero essere standardizzati il più possibile, visto l’emergenza in corso e la quantità di immobili coinvolti. Spesso i prezziari sono di difficile interpretazione e ci costringono a fare computi complessi per quanto riguarda impianti elettrici, idro-termo sanitari, elementi strutturali e finiture. Inoltre ciò che appesantisce il lavoro è la richiesta di stato legittimo, che determina la regolarità urbanistica e catastale dell’immobile. Richiedere lo stato legittimo, tra accedere a pratiche comunali e catastali, fare rilievi e confrontarli con quelli in possesso del Comune è una procedura lunga, può richiedere circa tre mesi e, a mio parere, in una situazione come questa si poteva tranquillamente evitare.

Ha un consiglio da dare ai cittadini colpiti, alle prese con burocrazia e lavori di ripristino?

È fondamentale incaricare, fin da ora, un tecnico che può essere un geometra, architetto, ingegnere o perito che si occuperà di eseguire la perizia asseverata, andando quindi a verificare tutti i danni causati dall’acqua e i lavori da eseguire.
È opportuno sottolineare che non sono previsti rimborsi per interventi migliorativi ma solamente di ripristino dell’immobile. Poi, anche se capisco sia difficile, bisogna armarsi di pazienza e seguire, con l’aiuto appunto di un tecnico, l’iter previsto alla lettera, per avere la certezza di ricevere i ristori. Per presentare la perizia e richiedere rimborsi non sono previste scadenze, quindi meglio muoversi con calma e agire nel pieno rispetto delle procedure. Nel frattempo si possono comunque iniziare i lavori, affidandosi ad artigiani o imprese iscritte alla white list (elenchi istituiti presso ogni Prefettura che hanno lo scopo di rendere più efficaci i controlli antimafia rispetto alle attività imprenditoriali considerate più a rischio di infiltrazioni) e utilizzando sempre metodi di pagamento tracciati.

Samuele Bondi