Nel 1998, Michael J. Fox, il celebre protagonista di Ritorno al futuro, annunciò di essere affetto dal morbo di Parkinson. La sua dichiarazione ebbe una serie di conseguenze, in particolare quella di rompere il silenzio su questa patologia neuro degenerativa.

Michael J.

La malattia: la fondazione e i libri “Lucky Man” e “Il futuro è stato bellissimo”

In seguito all’annuncio, l’attore si ritirò dalle scene iniziando a investire nella “Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research” da lui stesso fondata. Dopo vari consulti e risposte sbagliate, nel 1990 gli era stata diagnosticata la malattia prospettandogli però, con esattezza, che avrebbe avuto ancora una decina di anni buoni da dedicare al cinema. Da allora Michael J. Fox ha scritto due libri che raccontano il suo percorso attraverso la malattia e la voglia di vivere con pienezza le sue giornate. La prima è “Lucky Man” (Uomo fortunato) uscita nel 2003 mentre la seconda è intitolata “Il futuro è stato bellissimo”, sottotitolo “Considerazioni di un ottimista sulla mortalità”, uscita lo scorso anno – con la sua caratteristica voglia di affrontare con piglio e coraggio le sfide della vita – entrambe pubblicate in Italia da Tea. Scrive nella sua prima autobiografia: “Quello che non mi dissero – e che nessuno poteva dirmi – fu che quei dieci anni trascorsi cercando di venire a patti con la mia malattia si sarebbero rivelati i migliori della mia vita, e questo non a dispetto della malattia ma a causa di essa”. In alcune interviste ha definito la malattia un dono. Il libro dedicato alla vicenda umana di quest’uomo che tanto ci ha divertito (dalla serie Casa Keaton ai tre film di Ritorno al futuro) è davvero da leggere per tutto quello che contiene: una storia di umanità disarmante, valori su cui si fondano le scelte, ironia come condimento irrinunciabile, leggerezza, ma anche tanta consapevolezza, inoltre c’è il mondo del cinema e i suoi retroscena a fare da sfondo. Il secondo libro è un’appassionante raccolta di storie personali e osservazioni sulla malattia e la salute, sulla forza della famiglia e degli amici e su come la nostra percezione del tempo influenzi le nostre vite. Commovente e ricco del tipico senso dell’umorismo del suo autore, ci offre un’affascinante riflessione sulla vita, sulla speranza e sul potere dell’amicizia e dell’amore, con l’invito a guardare al futuro con gioia e gratitudine. Le biografie sono una scuola, leggendo le vite delle persone è possibile riflettere sulla propria, ci si pone domande, e si possono scoprire percorsi a cui forse non avremmo mai pensato. Tutti i proventi delle sue autobiografie vanno alla sua Fondazione per la ricerca sul Parkinson.

Tiziano Conti