Conoscersi e fare squadra per non vedere ridotte le proprie vie a un quartiere fantasma. È nato lunedì scorso il comitato “Bassa Italia” a Faenza che riunisce i cittadini di via Lapi, via Renaccio, via Calamelli e altre vie in quest’area della città – tra il ponte delle Grazie e ponte Rosso – colpite dall’alluvione. In tutto sono state 120 le persone presenti al centro sociale Corbari, lunedì scorso, per nominare i propri rappresentanti e avviare un dialogo critico, ma costruttivo, con l’Amministrazione, seguendo l’esperienza di altri comitati locali, come quello del Borgo o dell’Orto Bertoni. La spinta che ha portato alla nascita di queste realtà vuole essere quella di unire i cittadini, non lasciare nessuno solo e avere uno spirito collaborativo per condividere problemi e idee per la ripartenza. Dalle problematiche più ‘spicciole’ a quelle di più ampio respiro (come risolvere l’annosa questione delle fognature in via Lapi su cui continua a esserci un rimbalzo di responsabilità tra enti, Hera e Comune?).
«Vogliamo unire le forze per far rivivere il nostro quartiere che ora è distrutto. Sembra di vivere in uno scenario post-atomico – ha introdotto l’incontro Valentina Bascaretti -. Essere così in tanti qui oggi è la conferma che vivevamo in un bel quartiere a cui tenevamo. Sta a noi farlo rivivere, e la questione non deve passare nel dimenticatoio». Ora si pretendono risposte chiare sia su progetti a breve termine (in particolare legati alla sicurezza degli argini, primi rimborsi) sia a medio-lungo termine (vasche di espansione, incentivi, iniziative per rianimare il quartiere). I dieci eletti dall’assemblea sono: Paolo Calderoni, Enrico Liverani, Valentina Bascaretti, Marco Nenni, Elena Zauli, Fabiana Liverani, Massimo Donati, Daniele Fabbri, Pier Paolo Pasi e Massimo Cenni.
Il 26 giugno è in programma un primo incontro tra i rappresentanti del comitato e l’Amministrazione, alla quale verranno fatte domande precise. La scelta di avere più comitati locali in città è stata fatta per dare risposte più puntuali ai singoli quartieri, ma tra i vari comitati c’è forte collaborazione, come ha dimostrato la presenza all’incontro di alcuni rappresentanti di Borgo e Orto Bertoni.
Partire dalla sicurezza, altrimenti la gente svenderà casa e il quartiere “morirà”
«L’altro giorno ero a un saggio della scuola Tolosano. È iniziato a piovere, e i bambini hanno incominciato a piangere. Anche io, dopo aver visto perdere tutto, non ho trattenuto le lacrime. Siamo sfiancati, non tornerà più come prima. Chi non ha subito quello che abbiamo vissuto non può capire». È questa la testimonianza di un cittadino, presente all’incontro, che dice più di tanti discorsi. L’obiettivo principale di questa fase è la sicurezza, condizione necessaria se si vuole programmare qualsiasi tipo di ripartenza e far sì che la gente non fugga da quelle vie, magari svendendo casa, ormai svalutata anche fino al 50%, perché non trova appoggio istituzionale. «In questi giorni ho visto buttare via tutta la mia giovinezza – ha aggiunto Paolo Calderoni – ed è stato tremendo vedere mia mamma di 82 anni così in difficoltà. Via Lapi ora è qualcosa di allucinante, un quartiere morto. E, se non si fa qualcosa, sarà impossibile viverci». Preoccupa la situazione degli argini, soprattutto in vista dell’autunno. «Deve essere chiaro un piano d’emergenza complessivo – aggiunge Calderoni – sull’esempio di quello che è stato fatto a Ravenna, dove si sono rotti gli argini in campagna per salvare la città». Al tempo stesso, si deve già guardare a un piano più a lungo termine, per esempio legato alle casse d’espansione. Se non c’è sicurezza, il quartiere non tornerà più a vivere.
Le fognature: annoso problema. Cittadini stanchi del rimbalzo di responsabilità
Altri obiettivi del comitato sono la certezza dei risarcimenti, su cui pungolare i propri rappresentanti politici, e il tema degli alloggi provvisori: tante famiglie che hanno perso casa ora si appoggiano ad amici o parenti in situazione d’emergenza, ma questa situazione non potrà andare avanti nei prossimi mesi. «Quali risposte vuole dare il Comune a questa situazione?»
Lotta alle zanzare, chiusura dei tombini, sostegno alle piccole imprese di quartiere, sistemazione della strada di via Renaccio: sono queste alcune delle altre problematiche emerse dall’assemblea. Così come quella legata alle fognature di via Lapi. Ed è qui che i cittadini si sono dimostrati stanchi dei continui rimbalzi di responsabilità tra Hera, Comune o altri enti. Una delle proposte è quella di installare un impianto di pompe di sollevamento con gruppi elettrogeni autonomi. «Una richiesta simile tramite petizione fu fatta già nel 2019 – risponde un residente – ma Hera disse che non era di sua competenza, o meglio, doveva essere approvata prima dal Comune con un piano pluriennale. E quindi non se n’è fatto nulla». Per realizzare tutto questo, inutile girarci intorno, servono investimenti, ma il commissario non c’è ancora. Nel frattempo il tempo passa e l’autunno fa presto ad arrivare.
Samuele Marchi