Esperimenti e invenzioni per mostrare a tutti la bellezza del creato. È anche per questo che oggi è conosciuto come “Il frate inventore”.  In Romagna in tanti conoscevano frate Giovanni Lambertini come colui che ha curato tanti presepi nelle nostre parrocchie, tra cui il presepe permanente animato a San Francesco di Faenza, che destava e desta tuttora stupore a piccoli e adulti. L’11 novembre scorso, proprio al teatro della parrocchia di San Francesco, è stato presentato il secondo libro su padre Giovanni Lambertini dal titolo “Un piccolo Leonardo”. Il libro, edito da Il Nuovo Diario Messaggero, presenta 152 pagine ricche di immagini, testimonianze e approfondimenti.  Dopo la prima pubblicazione, uscita a ricordo del suo primo decennale della morte, 27 febbraio 2007, (a cura del gruppo Astrofili Lacchini di Faenza, dell’associazione ravennate di astrofili Arar, la Bendandiana e l’assessorato alla Cultura di Faenza), un gruppo di suoi collaboratori, un suo nipote, Gianni Tubertini, e l’Ordine dei Frati Minori Conventuali hanno sentito il bisogno di arricchire la memoria del frate inventore con una nuova pubblicazione ricca di testimonianze e immagini.

Il volume è stato presentato l’11 novembre scorso alla parrocchia di San Francesco di Faenza

LibroLambertinis

Padre Giovanni Lambertini è stata una persona di notevole cultura che spaziava in tutti i campi. Ha lasciato tanti articoli scritti per varie riviste scientifiche o per giornali, non disdegnando di apparire anche in televisione. Il volume raccoglie tutto questo materiale, arricchendolo con diverse immagini, presentando la figura di padre Lambertini lungo i tanti anni trascorsi principalmente a Ravenna e a Faenza.

All’incontro dell’11 novembre scorso era presente un folto pubblico, attento e simpatizzante per Giovanni Lambertini che si è commosso e applaudito i vari interventi. Oltre al nipote Gianni Tubertini, è intervenuto anche Massimo Robberto – ravennate sino al 1971 e trasferitosi successivamente negli Stati Uniti per lavorare con la Nasa -, l’erede del presepe animato Roberto Gorini, Fausto Focaccia che cura le mostre a tema su Lambertini e Paola Lagorio presidente della Bendandiana.

Si è sottolineato la grande preparazione tecnico scientifica di Giovanni Lambertini che spaziava dalla meccanica, alla fisica, all’astronomia, alla sismologia, alla chimica, all’elettrotecnica, all’arte sacra. Il suo permanente desiderio di conoscenza legato alle sue doti innate di genialità gli permettevano di realizzare strumenti e opere che ai più sembravano magie. Era un maestro che sapeva suscitare stupore ed emozioni. I giovani che lo frequentavano, rimanevano impressionati permanentemente dai suoi esperimenti, grazie ai quali capivano i segreti della natura con la pratica e meglio che sui libri. Usava particolari della chiesa di San Francesco per spiegare i segreti della natura, le ammoniti presenti in una grotta e perfino un piccolo foro sul tetto poteva servire per proiettare sul pavimento il disco solare e le sue macchie.

Suscitare stupore e meraviglia

Era un uomo ecclettico capace di fare grandi cose: costruiva telescopi, microscopi, sismografi, macchine per proiettare effetti speciali, animava le statue del presepe con complicatissimi ingranaggi e lampadine, realizzò lo stellario fosforescente presso la cantina di Casa Bendandi. Precursore del riuso, ridava vita con grande maestria a quanto veniva venduto nei mercatini ridando a quei dispositivi una nuova funzione. Umile e sempre sorridente ha formato e cresciuto tanti giovani, instillando in loro il desiderio della ricerca e della tecnica. Le sue disponibilità economiche erano limitate e così doveva risparmiare su tutto, sull’isolamento dei fili che tagliava di traverso e rimanevano scoperti, non usava fusibili ma lampadine di recupero. I ragazzi erano curiosi di vedere cosa c’era sotto al piano del suo presepe, ma lui non voleva che entrassero da quella porticina, perché potevano prendere la scossa. Non voleva che chiamassero il suo presepe “il presepe meccanico”: per lui era un presepe animato.

Durante la serata sono state presentate alcune delle sue invenzioni come la macchina per fare la neve, quella per animare le stelle, diverse statue meccaniche e alcuni esperimenti con la famosa bobina di Tesla in grado di accendere a distanza dei neon, simulare le aurore boreali e il passaggio di corrente senza ricevere alcuna scossa. La serata si è conclusa con la visita al museo Casa Bendandi del suo stellario.

Gian Domenico Marchi