L’idea di pubblicare Usanze di Romagna me l’ha data il mio amico Tugnèt. Mo sì, Tugnèt d’ Musiöl Mòr di cui vi ho già parlato diverse altre volte, quello che (dal nome del podere in parrocchia di Scavignano dove sono nato una bella bolatina di anni indietro, proprio impetto a dove stava lui) mi ha soprannominato Re dla pàja. A dire il vero mè sottoscritto dei soprannomi ce ne ho un altro, e’ Sfrócc, che poi me lo sono guadagnato in diretta ai tempi di Radio 2001 Romagna nelle tante trasmissioni di Scor cum u t’ha insignê tu mê, condotte dal mio socio e amico fraterno Giuliano Bettoli.
Per Tugnèt, però, niente da fare! Per lui ero e resto Re dla pàja. Così, in base al detto latino melius abundare quam deficere (= meglio abbondare che scarseggiare), coma e’ dge cvèl ch’u s’era caghè adòs, mè i soprannomi me li tengo tutti e due e s-ciàvo bôna nòt. Dunque a Tugnèt non ci scappa niente di quello ch’a mèt nero su bianco, mo poi va nel pallone quando lo vuole cercare sui libri dove è stato scritto. Lui, che era velocissimo a sfogliare al panòcc de furmintõ, con le pagine u s’ingarbója, chiama sua moglie, mo pèz che pèz, u s’instizes e alôra u m’ ciâma e mi tocca di farci da navigatore.
Con i libri ce la sgambarelliamo abbastanza presto, invece con i racconti che ho messo mese per mese nelle varie Agende romagnole dal 2018 in avanti, a lè mo a s’ mite˜ int la mëlga. Per togliermi da quell’immattimento e a forza di sentirmi dire da Tugnèt «Ciô, Re dla pàja, e vot mo che tu ni posa mèt tót cvént ense˜!» mi sono deciso.
Da ognuna delle cinque Agende romagnole (dal 2018 al 2022) ho tirato fuori i dodici racconti, a qualcuno a j ho dê la zônta e in più, par qui che e’ dialet il biasa so acsè lè, ho messo in tutti la traduzione di parole, espressioni e modi di dire romagnoli. Al resto ci ha poi pensato mio figlio Mauro, e’ mi editôr, che ha suddiviso i 60 racconti in base a cinque usanze riferite a ogni mese dell’anno, ci ha aggiunto una fotografia d’epoca e a metà novembre, con grande soddisfazione di Tugnèt, la raccolta è andata in stampa.
Le usanze e le tradizioni che si susseguono dall’inizio alla fine dell’anno sono una parte di quell’importante patrimonio culturale che la gente della nostra Romagna di un tempo sapeva trasmettere alle giovani generazioni fin dall’infanzia. A questa scuola semplice e quotidiana ci sono andato anch’io e ho fatto mio l’insegnamento che mi è stato dato da chi mi stava vicino sia in casa che fuori. L’ho fatto talmente mio che, nonostante siano passati ormai tanti anni, mi è ancora perfettamente presente e mi ha dato quindi la possibilità di lasciare una piccola testimonianza scritta della nostra civiltà romagnola, soprattutto contadina, che, passata oralmente di generazione in generazione, è arrivata fino alla mia. I lettori, quelli stagionati come il sottoscritto, potranno rituffarsi in quel passato che non è poi così lontano, in cui sono nati e cresciuti. I più giovani, di cui spesso colgo la curiosità e la voglia di sapere qualcosa di più di quel modo di vivere, avranno l’occasione di scoprire molti aspetti di una realtà che era fatta quasi di niente, ma era ricca di un sapere antico.
A novembre è uscita pure l’Agenda romagnola de domèla e vintrè, dove c’è di tutto un po’: foto d’epoca, santi patroni della terra di Romagna, altri santi con proverbi, modi di dire in dialetto, gli immancabili racconti della tradizione e le ricette dla mi azdôra, dla mi padrôna, d’ cvèla ch’a m’ so tölt, d’ cvèla ch’ la dôrma cun mè; stasì trancvèl, nonostante le varie espressioni che ho usato si tratta di una donna sola, mi mòj.
Appuntamenti
Sabato 10 dicembre alle ore 17 nel Teatro dei Filodrammatici il sottoscritto, insieme ad Angelo Emiliani e a Berto d’ Trabadël (Roberto Bucci) che si porterà dietro il suo violino, è disponibile a fare cvàtar ciàcar con quelli di voi che sono interessati alla presentazione di Usanze di Romagna.
Vi ricordo che venerdì 9 e sabato 10 dicembre alle ore 21, e nelle domeniche 4 e 11 dicembre alle ore 16 la Filodrammatica Berton metterà in scena Cenerentola nel teatro dei Filodrammatici, in viale Stradone 7. Prenotazioni: 377 3626110 anche Whatsapp. Biglietti (posto unico euro 8) disponibili pure al botteghino le sere di spettacolo.
Per il Capodanno insieme al Masini, prenotazioni giovedì 1° dicembre ore 18-19 e successivamente anche tutti i lunedì e mercoledì entro il 21 dicembre, ore 20 – 21 al Teatro dei Filodrammatici.