All’età di 101 anni, dopo breve malattia è morta Celestina Tasselli, figura molto nota nell’ambiente ecclesiale e civile bagnacavallese. Nata a Masiera l’8 aprile 1921, nel dopoguerra si trasferì a Bagnacavallo con i genitori dove viveva. È stata insegnante per 42 anni, 35 dei quali trascorsi a Ravenna all’istituto magistrale. «Ho potuto godere del dono che è stata per tutti noi Celestina in questi ultimi 30 anni, – dice don Luigi Guerrini – quelli della vecchiaia nei quali ho vissuto la sua amicizia e il suo affetto a un tempo materno per la differenza d’età e filiale per il mio ruolo di sacerdote. Lascio a voi immaginare quanto possa aver speso se stessa in energie e iniziative nei 70 anni precedenti: gli studi e l’Azione cattolica, la guerra, la liberazione e la scelta di campo e vocazionale: la consacrazione nell’Opera della regalità di Nostro Signore Gesù e la sua spiritualità: vivere la consacrazione nel mondo, nel silenzio e nell’impegno sociale; e così oltre che l’impegno in parrocchia quello sociale nell’insegnamento, nel Cif e nell’Azione Cattolica, a cui è rimasta fedele fino alla fine. E così possiamo immaginare la stagione del suo impegno giovanile e della maturità, instancabile non solo in parrocchia, ma anche in Diocesi e oltre per cui ha meritato anche un riconoscimento pontificio».

“Ha vissuto la carità all’interno del CIF”

Grande e profonda era la spiritualità di Celestina, che fino all’ultimo ha continuato a partecipare alla messa quotidiana. «Fin da giovane – aggiunge don Luigi – ha aderito alla Opera della regalità di Nostro Signore fondata da Armida Barelli e padre Agostino Gemelli e – fedele a quella consacrazione che la vedeva non in convento, ma nel mondo anche se in modo nascosto – ha vissuto il suo servizio a Cristo, Re dell’universo e ha sempre celebrato con particolare intensità la adorazione che si faceva in quella solennità; ha poi concepito la vita come impegno per la realizzazione di quella regalità di Cristo negli ambienti che frequentava».
Preghiera e operosità a favore dei fratelli erano nelle sue attenzioni. «Non si è limitata all’elemosina – dice ancora don Luigi – che pure faceva e promuoveva con generosità. Ha vissuto la carità come impegno sociale nel Cif, promuovendo la sensibilità per la questione femminile e il ruolo delle donne nella società; nell’Azione Cattolica vissuta come testimonianza al Vangelo e alla Chiesa in qualsiasi circostanza e occasione si trovasse. Contenta, nella sua lunga vita, di poter fare ancora un po’ di bene. Qualche telefonata, qualche lavoro all’uncinetto… e pregare».

Le parole di don Luigi Guerrini

Riguardo al Vangelo, per la celebrazione delle esequie don Luigi ha scelto il brano delle Beatitudini, ritenendolo adatto a Celestina: «…povera secondo lo Spirito di Dio, mite, pura di cuore, misericordiosa, operatrice di pace… Ne hai saltato alcune – penserà qualcuno – Quelli che sono nel pianto…quelli che hanno fame e sete di giustizia quelli che sono perseguitati per la giustizia… Celestina non ha vissuto direttamente queste angherie, ma le ha vissute ogni volta che un suo caro, una persona conosciuta ne veniva coinvolta e lei ne veniva a conoscenza; le ha vissute nel cuore, silenziosamente e nella preghiera. C’è una ultima beatitudine: quelli di cui si dice male per colpa di Gesù; anche a questa categoria non è appartenuta Celestina…ha testimoniato infatti il Signore Gesù in molti ambienti e non solo in parrocchia, ma di lei nessuno ha potuto parlar male: testimoniava nella umiltà, col sorriso di chi propone, ma non impone, di chi crede, ma riconosce di aver bisogno che il Signore accresca la propria fede».

a cura di Giulio Donati