Sabato scorso, 8 ottobre il cardinale francescano Mauro Gambetti è venuto a Faenza, nella chiesa di San Francesco di Faenza. Tra le altre attività, ha qui inaugurato e benedetto una targa in ceramica – la cui grafica è stata realizzata da Paolo Campana – a ricordo degli oltre 800 anni di presenza in città dei francescani secolari. La targa, realizzata in ceramica dalla ditta Nord Sport di Castel Bolognese, riproduce il testo in latino medioevale e la traduzione in italiano della Bolla di Papa Onorio III Significatum est del 16 dicembre 1221. Tale documento poneva sotto la protezione papale i francescani secolari di Faenza e città e luoghi vicini che si rifiutavano di giurare e di portare e usare le armi al seguito dei propri podestà. Essi lo facevano in obbedienza alla loro Regola redatta da pochi mesi che questo imponeva. Si tratta con ogni evidenza di casi di obiezione di coscienza al servizio militare del tempo. Avvenimenti di tanti secoli fa, ma quando mai attuali in questi giorni in cui sia in Russia che in Ucraina vi sono attualmente persone che si rifiutano di combattere e per questo sono perseguitate e arrestate.

Otto secoli anni fa, tra le donne e gli uomini della nostra città e della nostra diocesi, il messaggio francescano aveva trovato terreno fertile: oltre ai secolari, anche le clarisse fondarono qui prima del 1223 il loro primo monastero a nord dell’Appennino, il tredicesimo in Italia. Era probabilmente di Bagnacavallo quel fra’ Graziano superiore della provincia di Lombardia e Romagna che a maggio del 1221 portò a Monte Paolo, tra Dovadola e il torrente Samoggia, il giovane prete portoghese diventato poi famoso come Sant’Antonio di Padova. Com’era parrocchiano della Pieve di Sant’Andrea, nella campagna faentina il fra’ Pietro inviato da San Francesco come ministro provinciale in Calabria. Queste e altre notizie sono riportate in un libretto pubblicato a cura del Centro di documentazione don Tonino Bello distribuito nell’occasione ed edito da Carta Bianca.

Attualmente la targa è esposta nell’altare maggiore della chiesa di San Francesco a Faenza.

Davide Patuelli