Raffinatezza, internazionalità, cultura: Argillà Italia, il festival internazionale della ceramica, è tornato a Faenza dal 2 al 4 settembre. Una manifestazione che, nel tempo, si è consolidata come un vero e proprio brand per il territorio, capace di richiamare migliaia di turisti e visitatori. Un grande evento rivolto sia a un pubblico selezionato proveniente da tutto il mondo ma, al tempo stesso, attento ad avvicinare il grande pubblico delle famiglie o dei turisti occasionali. Dopo quattro anni di stop dovuti alla pandemia, c’era l’incognita su come si sarebbe ripresentata Argillà e quali ricadute economiche avrebbe avuto sulle tante attività che vi ruotano attorno, dalle strutture alberghiere ai bar e ristoranti del centro storico.

«Argillà è un appuntamento straordinario per la città – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile della ricerca che ha analizzato l’impatto economico di Argillà – in quanto raggiunge i due obiettivi di qualsiasi evento: visibilità e presenze/fatturato. Basti pensare che le imprese faentine che si occupano di ospitalità, ristorazione o commercio hanno incassato in questi giorni un milione e 882mila euro: di questi, esattamente il 58,2%, pari a 1 milione e 91mila, sono stati fatturati grazie all’evento stesso». Considerate le spese sostenute per la realizzazione dell’evento, circa 200mila euro, si può quindi affermare che un euro investito su Argillà ne porta cinque al territorio.

Turisti stranieri, calo fisiologico per l’assenza delle delegazioni di Cina e Russia

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Si stima che siano stati oltre 4mila i visitatori che hanno soggiornato presso strutture alberghiere o extra alberghiere, per un totale di 12mila presenze turistiche. Alberghi praticamente sold-out (media d’occupazione al 90%) tanto che alcuni espositori hanno dovuto trascorrere i pernottamenti, per esempio, a Modigliana. La permanenza media negli alberghi è stata di 3 notti, in linea con quella dell’edizione precedente. Un dato interessante è quello relativo alle aree di provenienza degli ospiti: uno dei punti di forza della manifestazione è sempre stato quello della sua internazionalizzazione capace di portare a Faenza turisti con notevole capacità di spesa. Guardando ai dati 2022, il 77,9% di coloro che hanno soggiornato almeno una notte in una struttura ricettiva del territorio in occasione di Argillà erano italiani, mentre il restante 22,1% proveniva dall’estero. Rispetto all’edizione 2018 il tasso di internazionalizzazione si è dimezzato se si considera che la percentuale di stranieri presenti presso le strutture ricettive nel 2018 è stato pari al 41,6%. Questo è stato dovuto in gran parte all’assenza di alcuni partner storici, come le delegazioni cinese e russa. A tal proposito, gli ospiti stranieri delle strutture ricettive sono stati per la maggior parte tedeschi (13,6% del totale), seguiti dai francesi (13,4%), spagnoli (12,6%), olandesi (8,6%), irlandesi (5,7%, Paese ospite di Argillà)

Il principale motivo di visita ad Argillà è legato alla curiosità e al divertimento (49,6%): in sostanza, l’evento di per sé rappresenta una risorsa attrattiva capace di suscitare interesse. Vi è poi una quota del 18,7% che visita Argillà in quanto trattasi di appassionati di ceramica e il 9,2% che considera questa una forma di turismo d’arte, e tale è la loro motivazione.

Espositori: media incassi da 2.110 euro a testa, manifestazione promossa con un “9”

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Bene le vendite. In media, il numero delle opere vendute dagli espositori è stato di 68,6 pezzi (dato, questo, in leggero calo rispetto ai 69,4 pezzi del 2018), con un incasso medio per espositore quantificabile in 2.113 euro (in contrazione rispetto al 2018 pari a 2.338 euro – mentre nel 2016 ammontava a 1.529 euro). Occorre anche considerare il minor numero di espositori presenti quest’anno, rispetto al 2018. Il giudizio che gli operatori del territorio assegnano ad Argillà, unitamente al punteggio attribuito dai visitatori ed espositori: emerge un voto medio pari a 8,99. Tra gli aspetti di criticità emersi, la carenza dell’offerta ristorativa in centro storico durante l’orario dei pasti.