Non so cosa ne pensiate, cari lettori, ma ho la netta sensazione di aver fatto un viaggio nel tempo, ed essere ritornato per certi aspetti agli anni Settanta. In quegli anni la crisi energetica, quella economica e l’inflazione mordevano la società.
Il mondo era diviso nettamente in due blocchi contrapposti che combattevano la Guerra fredda ‘in campo neutro’. E oggi?
La situazione non sembra tanto diversa e respiriamo un’aria piena di forte preoccupazione per l’imminente futuro, fra guerre, inflazione, pandemia, crisi energetica e persecuzioni silenziose nei confronti della Chiesa.
Come succede in questi giorni in Nicaragua. Nei giorni scorsi sono stati arrestati il vescovo di Matagalpa, Rolando Alvarez, e diversi suoi collaboratori, colpevoli di essere destabilizzatori dell’ordine sociale con attività provocatorie. Queste attività sarebbero le trasmissioni via social, rosari e adorazioni eucaristiche che minerebbero la normalità della vita delle famiglie. Monsignor Alvarez è l’ultimo in ordine cronologico di una serie di testimoni che hanno pagato con il sangue la fedeltà a Cristo e al suo messaggio di amore, di pace e di giustizia.
L’esempio più noto è certamente quello di Oscar Arnulfo Romero, vescovo di San Salvador, ucciso il 24 marzo 1980 mentre celebrava la messa nella chiesa dell’Ospedale della Provvidenza. Molti ritengono che Romero avesse abbracciato una deriva politicizzata; in realtà, parlando con chi lo ha conosciuto, ci si rende conto di come gli importasse la salvezza integrale della persona, che comprende anche la sua dimensione sociale. Ciò che ha spinto questo primo martire post-conciliare a prendere posizione e non tacere è stato l’assassinio, tre anni prima, del suo grande amico, il gesuita padre Rutilio Grande e due laici che avevano condiviso fino in fondo la condizione dei campesinos nei confronti del regime salvadoregno di quel tempo.
La morte di Rutilio segnò talmente tanto Romero da vedere in questi fatti il compimento di una frase di Gesù: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Vedere questa frase scritta nei luoghi di martirio, dove si è compiuta concretamente, per me è stata una indicazione forte per poter leggere i giorni incerti che ci aspettano. Giorni di amore concreto per il prossimo nel nome del Signore Gesù e di grande passione per l’uomo.