La crisi della leadership politica e aziendale insieme alla necessità di un nuovo modello di governance, in grado di affrontare le sfide globali attuali e future, sono tra i temi più sentiti nella parte di mondo a più elevata evoluzione e, in parte, anche in Italia per la situazione politica che si è venuta a creare con l’indizione delle prossime elezioni politiche. La preparazione dei leader di domani dovrebbe essere la missione principale di molte istituzioni, per dotare giovani e professionisti degli strumenti più adeguati e innovativi al contesto mutevole in cui viviamo; mai come adesso, però, la crisi dei modelli di leadership risulta così evidente in tutti settori della società, inclusa la politica.
Tra i tanti temi che stanno investendo il settore del lavoro assistiamo a un fenomeno nuovo, uno dei primi effetti degli stravolgimenti che gli eventi recenti (pandemia in primis) hanno innescato nella vita delle organizzazioni e che mette a dura prova le capacità di leadership. Si tratta della fuga dal posto di lavoro. I dati ci dicono che nel 2021, negli Stati Uniti, quasi cinque milioni di persone hanno lasciato volontariamente il lavoro mentre in Italia, nei primi dieci mesi dell’anno appena trascorso, in quasi 800mila hanno abbandonato la loro posizione a tempo indeterminato, 40mila in più rispetto al 2019. Dal confronto tra il 2020 e il 2021 emerge poi che le persone, nel cercare una nuova occupazione, danno più rilevanza a flessibilità, cultura aziendale inclusiva ed equilibrio tra vita privata e lavoro. Nuove sfide, che impongono un cambiamento della cultura aziendale, ma anche della prassi politica, che chiamano in causa chi riveste posizioni di responsabilità.
Ma quali sono le abilità che un leader deve possedere oggi?
Sicuramente saper guardare lontano, nel senso di comprendere pienamente il potenziale di un’azione; stimolare, motivare, trovare nuove soluzioni a nuovi problemi; reagire rapidamente ai cambiamenti, adattando capacità, strutture e metodi di lavoro; ma anche sapere creare insieme ai diversi interlocutori della propria realtà.
Una delle caratteristiche dei leader, emersa con forza negli ultimi tempi è quella della gentilezza: il leader gentile è colui che pratica l’ascolto, è empatico, non nasconde le emozioni e lavora su di esse per favorire una maggiore coesione e responsabilizzazione del proprio team. Le organizzazioni guidate da leader gentili sono più attrattive per i talenti: la gentilezza genera motivazione e senso di partecipazione alle decisioni.
Le sfide che attendono il mondo, i paesi guida (Stati Uniti, Cina, Russia, Europa), ma anche la nostra Italia ci sapranno dire se i leader gentili avranno lasciato il segno o se prevarranno i sentimenti nati nelle caverne per difendersi dai pericoli.
Tiziano Conti