Diventato ormai evento che riassume un modo di vivere e di essere, anche quest’anno a Santa Reparata di Modigliana ha avuto luogo la Settimana rurale. Occasione che aiuta a riportare al centro della nostra vita, e ci teniamo a ribadirlo, la nostra umanità. Sentiamo di fatto di essere chiamati a tessere legami di appartenenza e di convivenza per trasformare il nostro vivere in un’esistenza virtuosa. Il “ben vivere integrale della persona” e come sempre i temi del rapporto con sé stessi, con gli altri, con la natura e con Dio, chiari riferimenti all’enciclica Laudato Si’, sono stati faro e centro delle attività nelle giornate trascorse insieme. Come più volte sottolineato «tutto è in relazione»: la cura autentica della nostra stessa vita, delle nostre relazioni è inseparabile dalla fraternità, dalla giustizia e dalla fedeltà nei confronti degli altri.
Giorni di riflessione e di confronto
Quest’anno l’argomento guida della Settimana, “La comunità”, è stato introdotto da Mariagiulia Castellari insegnante di Filosofia con il tema “Nessun uomo è un’isola”. Siamo partiti leggendo qualche passo della Politica di Aristotele riguardo alla necessità della vita associata, con la sua definizione di uomo come “animale socievole”, capace di mostrare agli altri “sensazioni”, ma soprattutto unico essere del creato in grado di percepire l’utile e il dannoso, il giusto e l’ingiusto, il bene e il male. Ci siamo interrogati sull’individualismo moderno e abbiamo ascoltato le considerazioni del filosofo scozzese Alasdair MacIntyre, esponente più noto del Comunitarismo, che difende, invece, una concezione solidaristica. Nel suo saggio Dopo la virtù ritiene che oggi viviamo in una situazione paragonabile a quella che portò alla decadenza l’Impero romano, segnata da una crisi di valori oltre che da una crisi politica; sul piano etico si tratta di una vera e propria catastrofe esito delle pretese dell’Illuminismo di assumere la ragione individuale come criterio ultimo di ogni condotta morale.
Abbiamo preso successivamente in considerazione la posizione della filosofia ebraica del Novecento che focalizza soprattutto i temi del dialogo e del primato dell’etica, da Buber con la relazione io-tu, a Lévinas con il “volto” che mette in discussione, rendendo responsabili nei suoi confronti. Sono stati poi analizzati il punto di vista di Bauman in La solitudine del cittadino globale e dello psichiatra Eugenio Borgna in La solitudine dell’anima, che teorizza come non siamo fatti per essere soli, ma che per realizzarci sino in fondo dobbiamo essere impegnati in orizzonti di senso, possibili da riscoprire solo in correlazione continua con il destino degli altri. L’incontro filosofico ci ha condotto a confrontarci sulla nostra esperienza di comunità e sulle cause invece che inducono a isolarsi, riproponendo in modo critico il titolo dato a questo spazio di dialogo: “Nessun uomo è un isola”. Dunque sino alla domanda sulle cause, invece, che inducono a isolarci, invitiamo anche chiunque ci legga, a provare di rispondere a questa domanda.
Don Marco Corradini ci ha accompagnato alla riflessione con la parabola del paralitico dal vangelo secondo Matteo (5,17-26) ripensandola e contestualizzandola a temi attuali e del nostro vivere di ogni giorno. Il tema delle “nostre paralisi” che immobilizzano, del peccato, del perdono come necessità e atto unilaterale che ci libera, è stato il percorso attraverso il quale ognuno è stato chiamato a riflettere.
Laboratori ed esperienze
La Settimana è stata ricca di eventi attività, laboratori ed esperienze, ricordiamo in particolare:
- l’organizzazione dell’alveare, con le api che ci insegnano la delicatezza del creato e come superare l’individualismo.
- l’incontro testimonianza con Claudio e la moglie Elisabetta insieme a Marco ed Elisa della comunità Papa Giovanni XXIII sul tema “La comunità familiare”, la vita di ogni giorno al servizio di chi si trova in stato bisogno, arricchita da tanta fede in più che don Oreste Benzi riuscì a trasmettere loro.
- la passeggiata la sera, sul filo di un temporale che ci ha lasciato fare, e dato la possibilità anche di intravvedere una bellissima luna rossa in uno squarcio di sereno tra i lampi, la pioggia è poi arrivata, ma solo quando eravamo già in auto e si stava rientrando.
- l’incontro con Maria Elena Cembali sul dialogo interreligioso, la visita all’eremo di Monte Paolo e l’incontro con le suore Clarisse di S. Chiara, l’incontro con abbè Pierre dal Burkina Faso e il Comitato di amicizia. Diversi modi di vivere la comunità, confrontarsi e mettersi in ascolto.
- la visione del film Les nieges du Kilimandjaro del regista Robert Guediguian. La realtà non è quella che alcuni sognavano, e il regista mette in luce la necessità di aprirsi a una solidarietà fatta di condivisione e comprensione.
- il trebbo, la sera, con le poesie di Omero e i ‘ricordi’ di Alberta, anche in dialetto.
- l’ascolto guidato della musica con il prof. Angelo Sintini che ci ha ricondotti all’argomento della settimana già con la definizione di Orchestra in quanto insieme di strumentisti che collaborano.
- la visita di don Massimo Goni, ideatore della Settimana Rurale e che ora è ad Alfonsine come sacerdote.
Un ringraziamento particolare va a quanti hanno dato il loro contributo in particolare a don Marco per averci guidato con la preghiera e le meditazioni, ma anche a Carmela, Grazia e Roberta che hanno costantemente lavorato e cucinato per preparare buon cibo. Mentre la domenica Gabriella e Loretta hanno offerto crostate caserecce. Non ultimo, voglio ricordare Sofia e Luigi sia per il servizio svolto che per la delicatezza delle loro considerazioni a loro va il nostro abbraccio e l’invito a tornare.
Vogliamo ripartire presto da tutto questo per fare un altro po’ di strada insieme…
a cura della comunità parrocchiale