A un anno dalla morte di don Antonio Bandini (maggio 2021) la Comunità bagnacavallese ha dato alle stampe (per i tipi di Carta Bianca, Faenza) un volume di testimonianze e ricordi. Prefazione del vescovo emerito, monsignor Claudio Stagni e introduzione di don Luigi Guerrini. “Nino” ci parla ancora, si legge in copertina sotto al nome. E in ultima di copertina, invece, ecco una sua frase molto chiara: «Chi crede in Dio ascolta la sua parola, la interiorizza, si fa trasformare e la fa diventare la sua vita. La fede non può essere solo cultura, deve diventare azione, vita».
La vita
Nato a Fognano il 21 giugno 1939, nel 1950 entra in Seminario, e viene ordinato sacerdote nel 1963. Tolti i primi tre anni di vicario a San Giuseppe di Faenza, poi è nominato vicario a Bagnacavallo. E rimane in zona fino alla fine dei suoi giorni, con incarichi a da Boncellino e a Villa Prati (parroco dal 2000). La malattia lo aggredisce nel 2010. E dalle prime pagine don Antonio ci parla ancora della carità, quella vicina, come quella lontana (Benin e Burkina Faso). Impegni diretti per Bagnacavallo, e contatti con diversi missionari diocesani sparsi tra Africa e Sud America.
Poi c’è tutto il capitolo della catechesi per bambini e ragazzi, con la quarantennale esperienza al passo della Sambuca; e per adulti e famiglie, che svelano don Antonio capace di stare in ascolto. Con grande attenzione alla confessione e alla guida spirituale di molti, e alla cura dei sacramenti, «doni fatti da Gesù Cristo attraverso la Chiesa». Senza dimenticare, nel suo stare tra la gente, il suo immergersi nel lavoro fisico con grande passione e trasporto.
«Egli prediligeva più che il comando, il silenzio laborioso, l’attesa e l’efficacia della semina, – ha detto il vescovo Mario in occasione del suo funerale – fatta con gesti generosi, carichi di speranza. Forgiava le coscienze spezzando il pane della Parola di Dio. Accompagnava e sosteneva le famiglie cristiane con una presenza costante in esse». Chi desidera copia del volume, deve rivolgersi alla parrocchia di San Michele.