Per circa 30 anni Francesco Sami ha svolto attività di volontariato in favore del Comitato di Amicizia di Faenza, prendendosi cura del settore mobili usati. Era un piacere osservarlo mentre restaurava un mobile, affinché ritornasse efficiente e trovasse un acquirente. Ricordo che una signora cercava un armadio a quattro ante e nella mostra ce n’era uno di suo gradimento, ma di ante ne aveva cinque. Francesco mise a disposizione la sua maestria e, dopo aver smontato l’armadio, trovò il modo di ridurne il volume, portandolo a quattro ante. Non si scoraggiava davanti a nessuna difficoltà. Con grande pazienza affrontava le sue giornate.
Francesco Sami, morto nel 2021, è stato volontario del Comitato di Amicizia per 30 anni
Per i volontari e collaboratori del Comitato egli è stato un esempio da imitare. Purtroppo, un grave male che lo aveva colpito e che per oltre cinque anni era stato come dormiente, non gli ha lasciato scampo e lo ha rapito alla vita il 12 novembre scorso. La sua perdita è stato un duro colpo per noi, ma la sua abnegazione e il suo esempio ha spinto un gruppetto di volontari a farsi carico di quella che egli riteneva la sua missione: operare per dare nuova vita ai mobili per trarne un piccolo beneficio da utilizzare nella realizzazione di piccoli progetti di sviluppo in località sfavorite del Sud del mondo. Negli anni mi aveva accompagnato in un viaggio in Brasile e uno in Messico. In quelle occasioni si era reso conto di quanto fosse prezioso il suo impegno. Aveva potuto constatare come una piccola realizzazione fosse in grado di migliorare la vita di persone costrette a vivere delle briciole che cadono dalla tavola dei ricchi.
Una scuola in Congo: potrà accogliere 240 bambini
Il nostro organismo ha deciso di ricordarlo con la realizzazione di un progetto in favore degli adolescenti di Kabinda in Congo: una scuola elementare che permetta la loro formazione, per liberarli dalla schiavitù dell’ignoranza e favorire il loro inserimento nella vita sociale. Padre Theophile Netupete, sacerdote della Diocesi di Kabinda, ora in servizio alla parrocchia di Granarolo Faentino, ci ha contattati mesi fa per descriverci la problematica situazione della periferia di quella città. Le famiglie che vivono lì non possono iscrivere i figli a scuola per la mancanza di una struttura adeguata. Nei villaggi le famiglie cercano di costruire una scuola con il tetto e pareti di paglia e foglie di banano. Le strutture sono molto fragili e di corta durata, tant’è che ogni anno devono essere demolite e ricostruite.
Monsignor Felicien Ntambue, giovane vescovo di quella Diocesi, ha chiesto aiuto al suo sacerdote che ora opera nella nostra Diocesi e che ci ha contattati, per illustrarci la difficile situazione. L’edificio prevede una capienza di sei aule e ciascuna di esse potrà accogliere circa 40 scolari. Ben 240 saranno così i bambini della periferia che potranno ricevere un’adeguata formazione scolastica. I lavori di costruzione sono iniziati con la realizzazione delle fondamenta. In queste settimane l’imprenditore inizierà la realizzazione delle pareti. Il Comitato di Amicizia ha inviato un contributo in due rate, per un totale di 20mila euro.
Si prevede che alla fine dell’estate sarà necessario inviare una terza rata e poi una quarta, per completare il costo di 45mila euro. Il Comitato di Amicizia ha esitato un poco prima di accettare di impegnarsi in questa realizzazione, perché ora si sta facendo carico di realizzare una scuola elementare in Ciad e una seconda in Angola.
L’importanza dell’istruzione
Alla fine le insistenze di padre Theophile ci hanno portato a decidere favorevolmente. Ovviamente, speriamo che il frutto dell’impegno dei nostri volontari e l’apporto dei benefattori ci permetta di mantenere fede a questo impegno. Ben sappiamo che la scolarizzazione dei bambini è determinante per lo sviluppo umano e intellettuale, sia dei ragazzi che studiano, che dei componenti delle loro famiglie. Questo lo abbiamo constato con la realizzazione di simili progetti in altri Paesi, ove la formazione scolastica ha fatto il miracolo di capovolgere le situazioni più disperate. A Ciudad Altamirano, ad esempio, dove quasi nessun bambino frequentava la scuola a causa della estrema povertà delle famiglie, ora, grazie a borse di studio erogate dal nostro organismo, con un impegno lungo 30 anni, molti ragazzi hanno raggiunto chi il diploma e chi la laurea. Una ragazza, che per vivere chiedeva l’elemosina al mercato, si è laureata e ora ha un importante incarico presso l’aeroporto di Acapulco.
Un sentito ringraziamento a coloro che vorranno collaborare alla realizzazione della scuola a Kabinda.
Raffaele Gaddoni