Il 7 dicembre 1992 mentre, nel cuore dell’Europa, era in corso l’assedio delle truppe serbe alla città bosniaca di Sarajevo partirono da Ancona 500 persone, di 8 diversi paesi tra i quali l’allora parlamentare europeo padre Eugenio Melandri, il giornalista del Tg3 Raniero La Valle,  il vescovo di Ivrea monsignor Luigi Bettazzi e il vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi monsignor Tonino Bello già minato nel fisico dal tumore che lo ucciderà. L’azione nonviolenta, organizzata dai “Beati i costruttori di Pace”, partiva da una proposta del prof. Antonio Papisca dell’Università di Padova che mirava a sostituire nei meccanismi decisionali l’Onu, visto come un organismo internazionale non più super partes, con una Onu (o diplomazia) dei popoli: un segno di vicinanza e solidarietà verso un popolo e una città martoriati dai cecchini e dai bombardamenti. Durante i quattro anni di durata, l’assedio fu interrotto solamente per una giornata, tra l’11 e il 12 dicembre 1992, proprio da quei pacifisti.

Un’analoga azione fu organizzata a Bukavu, nel Congo che accoglieva i profughi del Ruanda martoriato da una delle tante guerre dimenticate; quella tra tutsi e hutu causa di milioni di morti.

Si tratta di due esempi di azioni concrete realizzate dai pacifisti. Spesso tra queste persone spiccano missionari come il comboniano Alex Zanotelli da decenni impegnato a denunciare la connivenza tra politica e trafficanti di armi. Oppure, il vescovo missionario saveriano mons. Giorgio Biguzzi di Cesena prodigatosi in Sierra Leone come mediatore nella locale guerra e per salvare bambini soldato. Tutte guerre dimenticate dai mass media, ma non dagli affaristi attirati dalle ricchezze minerarie di questi paesi. Ho portato questi esempi, per confutare l’idea dei pacifisti come “semplici anime belle in poltrona”.

Molti tra loro si occupano dei conflitti, anche quelli ignorati dai media e del modo per evitarli o risolverli, utilizzando le loro competenze, a volte professionali, spesso in modo volontario. Sono cattolici, ma anche no, come Gino Strada di Emergency, con i suoi ospedali in zone di guerra nei quali è vietato l’accesso alle armi e senza guardie armate agli ingressi. Dall’impegno e dall’inventiva di queste persone sono nate realtà come Banca Etica o la campagna contro le banche armate e quelle che hanno portato ai trattati Onu per la messa al bando delle mine antiuomo e al Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Sono convinto che se i governanti di Russia e Ucraina lo permettessero si potrebbe organizzare un intervento con i Corpi Civili di Pace da interporre tra i contendenti nel conflitto al centro dell’attenzione mediatica attuale. Le idee sono tutte legittime, ma occorre rispetto per le persone, specialmente se non hanno secondi fini o interessi da difendere; non godono di finanziamenti; non uccidono persone, ma operano solo per la pace con mezzi coerenti. Sono sognatori. Anche san Francesco lo era e durante i combattimenti della Crociata andò, disarmato e a rischio della vita, a parlare con il Sultano.

Davide Patuelli

Nella foto un’immagine di Sarajevo