Un mito intramontabile del cinema americano e mondiale, Clint Eastwood, compie oggi, 31 maggio, 92 anni.

Parlando di un grande come lui, 5 Premi Oscar e un’infinità di altri riconoscimenti (gli è stato perfino dedicato un asteroide), viene quasi difficile scegliere un film tra i tanti, tutti da vedere, che ha realizzato nel corso del sua vita: dalla “trilogia del dollaro” di Sergio Leone, al vendicatore degli anni ’80 fino ai meravigliosi film sui valori profondi della vita del suo ultimo trentennio.

Con “Gran Torino” interpreta e dirige il suo primo film, bellissimo e desolato, sugli anni al tramonto della vita: il titolo prende il nome da un modello di auto conservato, dopo cinquant’anni di lavoro in fabbrica, nel garage della sua casa alla periferia di Detroit. 

È un vecchio scostante, soprattutto dopo la morte della moglie. Non riesce a sopportare il mondo che lo circonda né i suoi abitanti. I vicini di casa asiatici li chiama “musi gialli”, come faceva durante la guerra di Corea, dove ha combattuto ed è stato decorato. 

Devastante il vuoto etico della sua famiglia: di figli, nuore e nipoti.

Gli fa orrore la nipote adolescente con la pancia nuda e i piercing, neanche gli piacciono i suoi figli corpulenti e pigri. Non desidera parlare con nessuno. Non vuole vedere nessuno. Chiude la porta in faccia al parroco cattolico che vuole convincerlo alla confessione. Disprezza le case del vicinato, degradate, scrostate, trascurate: al confronto, la sua casa è tenuta come una reggia. Sta solo, con la cagna bianca Daisy. Fa senza amore i lavori domestici: è abituato alla fatica manuale, ma non gli va. Parla come se abbaiasse sempre all’interlocutore. Non ha nostalgie né rimpianti: ma gli grava sul cuore il rimorso di un’infamia compiuta in guerra.

Il suo stato d’animo, l’umore, cambiano quando si lega a un sedicenne asiatico perseguitato da una banda giovanile guidata da un cugino del ragazzo, alla sorella adolescente violentata dalla stessa banda. 

Eastwood è magnifico nel personaggio: la sua sicurezza evoca il tempo dell’ispettore Callaghan, il resto del film evoca il suo atteggiamento contemporaneo, i due elementi mescolati creano una figura composita toccante, un impasto di rimorso e violenza. La faccia rugosa, il corpo esile, il modo atletico di muoversi esprimono al meglio la fine d’un uomo forte di integrità e di coraggio.

Grandissimo film, una storia semplice fatta di uomini veri, di amicizia, di valori antichi, di tutto quello che nella vita come al cinema sta scomparendo, lasciandoci un grande vuoto nel cuore. 

Il film è disponibile a noleggio su tutte le principali piattaforme di streaming.

Tiziano Conti