Non semplici spazi, ma luoghi in cui creare veri e propri luoghi di crescita e di comunità. Emanuela Capellari, mediatrice sociale di Acer Ravenna, da anni affianca le famiglie nelle case popolari, anche a Faenza. In particolare le supporta nel loro percorso verso l’autonomia, tanto dal punto di vista relazionale quanto aiutandole a mettere in atto piccoli e grandi accorgimenti per risparmiare sulle utenze. «Si deve tenere presente che se il costo dell’affitto per le case popolari è calmierato – spiega – non è così per i normali costi delle bollette. Da anni lavoriamo con le famiglie per aiutarle a risparmiare in vari ambiti, dall’uso del riscaldamento alla gestione di lavori condominiali, come per esempio lo sfalcio dell’erba. Quello che cerchiamo di trasmettere è l’attenzione cura della casa in maniera integrale».
I progetti portati avanti da Acer Ravenna
Diversi i progetti virtuosi messi in campo da Acer, come i Condomini collaborativi, volti a creare spazi di socialità e solidarietà. «La gioia più grande è quando gli stessi inquilini diventano protagonisti e autonomi nella gestione di progetti e iniziative del loro condominio». E di questa testimonianza ne sono un esempio gli Sportelli solidali. In ogni fabbricato è presente un referente condominiale che però, grazie ad altri inquilini, si è reso disponibile ad attivarsi per diversi servizi di aiuto alla comunità. In via Corbari, per esempio, grazie all’attività dello sportello si sono aiutate alcune famiglie nel trasloco. Inoltre ha offerto aiuto per pratiche burocratiche, visite agli ospedali, fondamentali durante la pandemia. «In via Fornarina invece – aggiunge – la referente si è messa a disposizione in particolare dei bambini, offrendo una stampante comune utile alle attività scolastiche».
E i benefici di questi progetti riescono a travalicare gli spazi del singolo condominio. «Viene effettuato un servizio piedibus che porta i bambini a vedere, in maniera gratuita, i film al cinema Europa – dice Capellari -. Spesso al piedibus si accodano anche altri bambini del quartiere. Alcuni di loro non avevano mai visto un film al cinema, ed è una grandissima emozione per loro. Mi gratifica vedere come da queste piccole e grandi cose, gli inquilini crescano, in particolare i bambini. Alcuni di loro, proprio dopo questa esperienza al cinema, hanno realizzato, grazie a un laboratorio in collaborazione con Asp, un video con animazione slow motion». Tanti segni di speranza, ma anche tante criticità da affrontare ogni giorno. «Il distanziamento sociale non ci ha aiutato – sottolinea -. Se prima avevamo modo di fare sportelli continuativi, adesso non è più possibile, ma la voglia di un contatto dal vivo c’è. In quelle realtà dove c’erano contesti sociali forti, si è retto meglio ai disagi della pandemia, in altri invece emerge un sentimento di rabbia. Penso che ci sia un gran bisogno di ricostruire rapporti sereni, non solo nelle case popolari, ma ovunque. Le persone hanno bisogno di occasioni per rincontrarsi in serenità».
Samuele Marchi