Nella giornata di oggi, giovedì 27 gennaio, l’amministrazione comunale ha celebrato il Giorno della Memoria al Tempietto della Memoria, sull’argine del Lamone che prende il nome di Lungofiume Amalia Fleischer. Un corteo, con in testa il gonfalone della città, al quale hanno partecipato, tra gli altri, i rappresentanti dell’amministrazione faentina, del Consiglio comunale, della Regione, delle forze di polizia e delle associazioni. Dopo la deposizione di un sasso, seguendo la tradizione funebre ebraica, ci sono stati gli interventi.
Massimo Isola:”Celebriamo il Giorno della Memoria per non dimenticare una pagina drammatica della nostra storia”
“Oggi -ha detto il sindaco Massimo Isola– celebriamo il Giorno della Memoria, per non dimenticare una pagina drammatica della nostra storia che ancora vive attraverso gli sguardi dei superstiti e i racconti di chi, in quella giornata d’inverno nel cuore dell’Europa, varcò per primo i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, svelando l’orrore più profondo di cui il nazifascismo era stato capace di commettere nei confronti del popolo ebraico e di molti altri.
Tramandare e raccontare per non dimenticare, in questo bisogna impegnarsi. Questa mattina siamo al Tempietto della Memoria sul lungofiume dedicato ad Amalia Fleischer, una donna straordinaria che ad Auschwitz ha perso la propria vita. Era colta e arrivò a Faenza per fuggire dalle persecuzioni iniziate con la sciagurata introduzione anche in Italia, nel 1938, delle leggi razziali; fu ospite nel monastero di Santa Chiara, dove insegnava le lingue straniere a tante faentine.
In questi giorni ho poi ricordato in diverse occasioni, ma soprattutto ai ragazzi e studenti della città, anche la vicenda di Werner Joachin Jacobson, il ceramista, anche lui di religione ebraica, che frequentava l’istituto della ceramica Ballardini, salvato da un Giusto. Qualcuno che ebbe la forza di aiutarlo a nascondersi e poi a far fuggire verso gli Stati Uniti dove si rifece una vita.
Quella di Joachin è una storia di speranza, una vicenda che ci ricorda quanto, come i docenti del Ballardini che lo salvarono dai rastrellamenti nazifascisti, tante persone sono stati dei Giusti che riconobbero l’orrore di quanto stava avvenendo sotto gli occhi di tutti in quell’Europa degli anni ’40. La speranza è stata il seme che ha permesso alle comunità di germogliare, ma adesso abbiamo una grande responsabilità: trasmettere alle generazioni future il ricordo e i racconti di quei terribili momenti per non dimenticare”.
Cesare Moisè Finzi:” Accanto agli orrori ci sono stati anche i Giusti, in grado di capire che salvare un uomo equivaleva a salvare l’umanità”
“Salvare un uomo era come salvare tutta l’umanità e ricordare quello che è stato e che non si può dimenticare” ha invece detto Cesare Moisè Finzi, oggi 92enne, ma all’epoca un bambino ebreo in fuga con la sua famiglia. “Anche i più fortunati come il sottoscritto -ha continuato Finzi-, tra il 1938 e il 1945, hanno subito il peggio che si potesse immaginare.
A fianco di quegli orrori però ci sono stati anche dei Giusti, che hanno saputo capire quello che era più corretto fare. Infatti, di fronte a una legge dello Stato, c’è chi ha saputo come comportarsi, trasgredendo le leggi e salvando degli uomini che equivaleva a salvare tutta l’umanità. Ci auguriamo che possa essere il pensiero e il sentimento di tutti gli uomini”.
La registrazione della cerimonia al Tempietto della memoria si può rivedere sulla pagina Facebook del Comune di Faenza.
Le iniziative legate al Giorno della Memoria continuano domani, 28 gennaio. In programma alle 10.30, l’incontro online tra Cesare Moisè Finzi e gli studenti delle scuole primarie che potrà essere seguito da tutti in diretta sui canali social dell’amministrazione sul canale You Tube dell’Unione della Romagna Faentina.
Ultimo giorno poi (dalle 15 alle 19) per visitare la mostra al Museo Argylls Romagna in via Castellani 25. Sabato 29 invece, alle 17.30, la Bottega Bertaccini ospita la presentazione, con l’autore, del volume ‘Fiordicotone’ il nuovo libro di Paolo Casadio.