Una serata per fare memoria. La Diocesi di Faenza-Modigliana e il Comune, in collaborazione con Anpi, Azione Cattolica e il Comitato dei 100 anni dello scautismo a Faenza propongono il 10 dicembre una serata per ricordare il sindaco Antonio Zucchini, primo cittadino dal 1920 al 1923, anno in cui fu minacciato e picchiato dalla violenza fascista.

La vita

Antonio Zucchini nacque a Faenza il 23 novembre 1891, primo figlio maschio del conte Carlo Zucchini e della consorte Maria Concetta. Crebbe circondato dal turbine dell’attivismo familiare del padre Carlo e degli zii Giovanni e Tomaso Zucchini per la tutela e la crescita dei ceti più deboli, attraverso le opere di carità, l’associazionismo e l’Azione Cattolica.

Dopo gli studi al liceo Classico Torricelli, si laurea in legge a pieni voti a Bologna nel 1914. Neutralista di fronte al primo conflitto mondiale, collabora alla stampa cattolica locale. Nel 1911 viene nominato primo presidente della società giovanile cattolica “Silvio Pellico”, che ebbe vita fino al 1934 e fu l’associazione al centro dell’impegno dei cattolici faentini nella vita sociale e amministrativa della città.

Fu tra i fondatori della sezione faentina del Partito Popolare Italiano e vicesegretario dello stesso, s’impegnò per la diffusione delle leghe bianche. Eletto sindaco nel 1920, già il 4 giugno 1921 fu aggredito violentemente da un cittadino repubblicano che gli sferrò un pugno sul viso. L’aggressore venne poi accolto tra le file dei fascisti.

Le dimissioni da sindaco nel 1923

Antonio combatté, come il padre Carlo, sempre a viso aperto il fascismo, sin dai suoi primordi. Gli eventi precipitarono nell’inizio del 1923. Il 1° gennaio 1923 l’inaugurazione di un reparto di scout cattolici sollevava le proteste dei fascisti che il 15 gennaio aggredirono l’assistente don Aldo Vernocchi e il parroco monsignor Giacomo Zannoni nella sacrestia della chiesa di Sant’Agostino.

Fu coinvolta anche l’Amministrazione, che aveva dato al reparto degli esploratori i locali per le loro attività. Il giorno dopo le sue dimissioni da sindaco, la sera del 13 febbraio 1923, i fascisti fecero irruzione con rivoltelle, pugnali e mazze ferrate nella Casa del Popolo, sede delle associazioni cattoliche, e dopo aver ferito molti dei presenti, si accanirono su Antonio e gli ruppero in testa una stecca da biliardo mandandolo all’ospedale. Antonio fu costretto a ritirarsi dalla vita pubblica.

Egli attese, diede sempre speranza agli amici, e nel momento della liberazione fu tra i primi a impegnarsi per la rinascita del progetto politico dei cattolici nella Democrazia Cristiana.

Il convegno del 10 dicembre

In occasione del 50esimo anniversario della sua morte, venerdì 10 dicembre alle 20.30 nell’aula magna del Seminario (via Insorti 2) si svolgerà l’evento “Antonio Zucchini, Sindaco di Faenza 1920-23: Nihil violentiae, multum vero iustitiae (nulla alla violenza, tutto alla giustizia)”.

Interverranno il vescovo Mario Toso, il sindaco Massimo Isola, il professor Roberto Balzani, Alberto Fuschini, presidente Anpi Faenza, e l’architetto Francesco Zucchini, curatore dell’archivio privato della famiglia Zucchini. Modera l’incontro il direttore del Piccolo Samuele Marchi. Momento musicale a cura di Paolo Frapoli (cantante lirico) e Serena Perego (pianista).