Al termine dell’anno delle celebrazioni dantesche, i bambini della primaria “Pirazzini” presentano il libretto “Gioco con Dante“, uno sguardo originale all’opera del Sommo Poeta. Che significato può avere presentare la Divina Commedia ai bambini della scuola primaria? Dante può parlare ai piccoli? In occasione delle celebrazioni dei 700 anni della morte del poeta, le maestre della scuola Pirazzini si sono chieste se e come presentare il poema ai piccoli. La risposta è arrivata dalla lettura del saggio Dante e i bambini” di Gianni Vacchelli, docente universitario e dantista. Qui lo studioso presenta un Dante decisamente insolito: un uomo perso in un bosco come fosse Cappuccetto Rosso o Pollicino, che si troverà di fronte una lupa; ci sarà l’aiuto di un saggio, Virgilio, e presto arriveranno le fate, Maria, Santa Lucia e Beatrice. Come in una grande fiaba, appunto.

A supportare il progetto Roberto Papetti e Stefano Tedioli

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Dunque Dante sa parlare ai bambini. Nella Commedia, definita da Vacchelli un “grande giocattolo”, ci sono tante tracce del mondo dei bambini, in tutte le sue sfaccettature: lo sguardo curioso, lo stupore, il gioco, la paura, gli elementi della fiaba, i mostri. Per raccontare Dante ai bambini in modo inconsueto le maestre hanno chiesto aiuto agli esperti Roberto Papetti (educatore e mastro giocattolaio) e Stefano Tedioli (fotografo). Papetti (che è anche un appassionato lettore di Dante) ci ha coinvolto in una sua personale ricerca di “giochi e giocattoli” tra i versi danteschi e con sorpresa ne ha trovati diversi: l’aquilone, i dati, la trottola, il girotondo.

È nato quindi il progetto “Gioco con Dante” (iniziato prima dell’emergenza sanitaria): un laboratorio sul gioco, sul linguaggio e la teatralità, a cui hanno partecipato tutti i bambini del secondo ciclo della scuola. Alla fine dell’anno delle grandi celebrazioni dantesche, la scuola Pirazzini aggiunge il suo piccolo contributo con la pubblicazione del libretto che documenta uno sguardo “infantile” e originale all’opera di Dante.