Il gioco da tavola, uno dei più antichi al mondo, in Romagna è arrivato quasi cento anni fa. Il regista Lorenzo Tini lo racconta in un docufilm gradevole, nei suoi tanti aspetti. La presentazione dell’opera, a chi ha partecipato alla sua realizzazione, è avvenuta in anteprima domenica scorsa 5 settembre, a Cassanigo, nel giardino di Alfonso Nadiani, uno degli attori del film, persona molto nota in ambito teatrale e nell’organizzazione di eventi di carattere storico-culturale.

Per chi non lo sapesse, il mah jong è un gioco da tavolo nato in Cina e poi esportato in tutto il mondo, le cui regole, nel corso degli anni, si sono evolute e adeguate alle caratteristiche della comunità “ospitante”. Una specie di incrocio tra il domino e un gioco di carte.

È diffuso in tutto il mondo ma specialmente a Ravenna e provincia. Lorenzo Tini, 74 anni, poliedrico faentino e borghigiano doc, calciatore prima, poi impegnato in un’attività di premiazioni sportive, ora pensionato e anche autore di tanti testi teatrali e attore e regista nella compagnia San Francesco di Faenza, da giovanissimo conosce questo meraviglioso gioco, se ne innamora e oltre al teatro ne fa la sua passione. Tanto da arrivare a scrivere un libro Mah-Jong sottotitolo “Per chi gioca da tempo e per chi vuole incominciare ora!”.

Un documentario sul gioco del mah jong

277 pagine edite dalla Tipografia Faentina nel 2016, dal quale ha tratto la traccia per realizzare il suo sogno, un film documentario su questo gioco. Un progetto partito due anni fa, poi rallentato dalla pandemia ma che è stato finalmente portato a termine poche settimane fa.

Il film, della durata di un’ora e 40 minuti, è stato reso possibile grazie all’associazione Green Table, e oltre alla regia di Lorenzo Tini, ha visto il lavoro di montaggio video da parte di Gianluigi Tasselli, e si avvale delle musiche originali di Mirko Casadei e del Trio Italiano.

Tantissime le comparse intervenute nel docufilm che segue una sua trama ben definita sulla storia di questo gioco, di come è approdato a Ravenna prima, e a Faenza poi, e di come nel dopoguerra siano nati diversi laboratori di fabbricazione di tale gioco, in queste zone, per fare fronte alle richieste dei tanti appassionati.

Il lungometraggio non è una parodia, ma si dipana come una storia che scorre piacevole su come questo gioco, il mah jong, possa piacere a giovani e anziani, raccontata con dovizia di particolari e aneddoti, e con un finale a sorpresa. Gli interpreti (oltre alle persone intervistate) sono tutti filodrammatici di varie compagnie: del Borgo, Berton, Cvì de Funtanòn, Amici del Teatro di Cassanigo oltre a Francesco Zoli e Laura Pratolesi. Si distingue come uno dei protagonisti, Vittorio Dalmonte.

Gabriele Garavini