Poco più di cinque secondi che valgono anni di sacrifici. Di fronte, una parete da scalare nel minor tempo possibile, sapendo che il minimo errore può essere fatale. Per la prima volta alle Olimpiadi sarà presente l’arrampicata sportiva.

A Tokyo ci sarà anche Ludovico Fossali, classe 1997, campione di arrampicata nato a Trento, ma che ha Faenza tra i suoi principali punti di riferimento. Si è infatti allenato diversi anni nella palestra Carchidio-Strocchi, dove ha conosciuto il suo attuale allenatore, Stanislao Zama, con il quale – dopo tanti successi ottenuti in questi anni, come l’oro in Mondiale e Coppa del mondo – sta portando avanti la preparazione in vista delle gare in Giappone.

Faentino d’adozione, per anni si è allenato alla Carchidio-Strocchi

«Per un atleta partecipare a un’Olimpiade è qualcosa di unico e una grandissima occasione – spiega Fossali –, ma lo è anche per il nostro sport in generale, che non è molto conosciuto e può arrivare così a tanta gente. Per me è un onore partecipare e cercare di fare risultato puntando a far parte dei primi otto nella finale e pensando a una medaglia».

Un obiettivo ambizioso, ma ricco di insidie. La competizione olimpica mette assieme, in una combinata, le tre discipline dell’arrampicata sportiva: speed, lead e boulder, molto differenti tra loro. La prima, specialità di Fossali, è basata sulla velocità della scalata della parete: il primo che arriva in cima vince. La seconda mette di fronte a un percorso più lungo nel quale l’obiettivo è arrivare più in alto possibile. Nel boulder si fa affidamento invece su coordinazione e tecnica nello scalare dei massi artificiali. Un mix che non consente facili previsioni per gli atleti.

Campione di speed, alle Olimpiadi si cimenterà anche nelle altre due discipline dell’arrampicata sportiva

«La preparazione sta andando bene – spiega Fossali –, negli ultimi due anni mi sono impegnato molto per migliorare anche nelle altre due discipline oltre lo speed. In generale si svolgono più o meno 12 allenamenti a settimana da circa due ore e mezza l’uno».

Oltre all’allenamento fisico, fondamentale è anche l’approccio mentale in una disciplina, come lo speed, nella quale si deve dare il meglio di sé per pochi secondi. «Devi compiere uno sforzo intenso in sei secondi o meno, ed è chiaro che se non sei mentalmente lucido commetti errori. Lo speed può essere paragonato a una corsa sui cento metri, ma nei cento metri c’è comunque un margine di errore maggiore, per noi è minimo».

Testa, mani e piedi che si muovono con potenza e armonia. L’istinto per questo sport è nel dna di Ludovico. «Già attorno ai 5 anni mi arrampicavo sulle pareti di casa, per cui i miei genitori mi hanno subito iscritto in una palestra e mi è sempre piaciuto questo sport». Per via del trasferimento dei genitori in Emilia, arriva alla Carchidio-Strocchi e inizia una nuova tappa nella scalata in questo sport, ricca di soddisfazioni, ma anche di momenti bui. «Nel 2018, dopo diversi successi, mi sono micro-fratturato il pollice a seguito di un incidente d’auto. È stato il mio primo infortunio e non è stato facile riprendersi. Ai Mondiali 2018 sono addirittura stato squalificato per una falsa partenza, cosa che non mi era mai successa». Difficoltà che non hanno impedito a Fossali di arrivare a Tokyo. «L’arrampicata ti insegna a non mollare e a vincere le tue paure: consiglio a tutti di provare questo sport che può dare davvero tanto».

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Ludovico Fossali insieme al suo allenatore Stanislao Zama

Carchidio-Strocchi fucina di campioni, l’allenatore Zama: “Abbiamo investito tanto in questi anni”

L’arrampicata sportiva è uno dei 5 sport approdati alle Olimpiadi con karate, skateboard, surf e baseball- softball. La competizione ai Giochi si svolgerà dal 3 al 6 agosto su tre discipline: lead, speed e boulder.

Vince chi realizza i migliori risultati secondo quella che si definisce “combinata”. «L’arrampicata è un mix di tecnica, coordinazione, doti atletiche, che mette alla prova anche la parte mentale» commenta Stanlislao Zama allenatore di Fossali. Uno sport in crescita a Faenza, grazie all’Arrampicata Carchidio-Strocchi che allena circa 60 ragazzi delle giovanili che conquistano medaglie nazionali e internazionali. «Sono stati fatti investimenti importanti – spiega Zama –: eravamo partiti senza pareti, ma ogni anno si è aggiunto un tassello e abbiamo puntato molto sui giovani».

Samuele Marchi