Viaggiare, conoscere nuovi mondi e tornare a casa più competenti e maturi. Si rinnova l’offerta di mobilità formativa e aggiornamento professionale in Europa, rivolta a 120 studenti e 35 docenti delle scuole superiori di Ravenna e Rimini. Le attività sono realizzate con il supporto del Programma Erasmus Plus, nell’ambito della sesta edizione del progetto Io Penso Europeo, ideato dal Centro Educazione all’Europa di Ravenna.
Accanto al Centro c’è la Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche di Faenza, con una collaborazione che dura dal 2014 e che negli anni ha animato un networking territoriale di licei e istituti tecnico-professionali nei distretti di Ravenna e Rimini. A fianco della Fondazione anche La Bcc e, per il territorio riminese, RomagnaBanca – Credito Cooperativo. Le due Bcc, presenti sui due territori coinvolti, sosterranno anche quest’anno la Fondazione, co-finanziandola per il piano di comunicazione.
Entro novembre 2021, a conclusione di questa nuova offerta formativa, Educazione all’Europa e Fondazione Dalle Fabbriche toccheranno il traguardo delle 700 borse di studio assegnate, per oltre due milioni di euro di fondi europei messi a disposizione di famiglie, scuole e comunità locali. Le opportunità del 2021 riguardano 35 insegnanti che per una settimana potranno scegliere di aggiornarsi in Francia, Irlanda del Nord, Spagna con workshop finalizzati a innovazione metodologica, creative learning, didattica Clil. In tutto 120 studenti dell’ultimo biennio delle scuole superiori potranno svolgere esperienze con aziende in Francia, Germania, Spagna, Irlanda e Irlanda del Nord, valevoli per gli studenti delle classi IV: sviluppo, in lingua straniera, di progetti di marketing, e-commerce, promozione turistica e culturale.
La testimonianza di Alessandra a Parigi
Per illustrare l’esperienza svolta, tra le testimonianze rilasciate dai ragazzi partecipanti, abbiamo scelto quella di Alessandra Vumo, della sezione indirizzo grafico del Persolino-Strocchi, che è stata a Parigi grazie al progetto.
Molti mi chiedono “Cosa hai fatto in Erasmus?” Cinque settimane non le puoi spiegare solo con aggettivi come bello, fantastico, divertente. Parti magari non conoscendo cosa significhi essere lontano per tanto tempo dalla tua famiglia, i tuoi amici, la tua cultura. Poi ci sono tante cose, gli odori diversi che inondano le strade, il parlare dei passanti che ricorda che quello non è il tuo Paese, i bar al mattino che non hanno il profumo del caffè italiano e tutto questo pian piano inizia a metterti davanti al “go back day”, il tuo ultimo giorno quando ti accorgerai che anche le cose che non avevi apprezzato ti mancheranno.
Il confrontarti con altre persone dalla cultura diversa, dialogare in un’altra lingua, aiuta ad aprirti la mente, ad apprendere qualcosa che ti arricchisce. Il bello di non parlare nella tua lingua e aver paura di essere fraintesa. Tutto ciò si è rivelato unico. L’Erasmus ti cambia, e solo quando torni alla “normalità” capisci in che modo. Quando torni a casa, quella vera, tutto è come prima ma la vedi con occhi diversi, che fanno fatica a trovare la bellezza perché ancora colmi di commozione per aver lasciato quel Paese così bello che mi ha ospitata.
Nel frattempo ti rendi conto di essere più grande, più matura. La tua mente è più aperta e i tuoi orizzonti sono più estesi, proiettati al mondo. Riconosci quali sono le cose importanti e i veri amici, realizzi il senso di una realtà che prima sembrava così scontata. L’Erasmus ti apre un mondo. Mi ha lasciato tanti ricordi impressi che mai dimenticherò.