Torna a Faenza la Nott de Bisò.
Tutto pronto a Faenza per la Nott de Bisò
La vigilia dell’Epifania, dal 1969 a Faenza, è dedicata alla Nott de Bisò, manifestazione conclusiva del Niballo – Palio di Faenza, che ogni anno richiama in città migliaia di partecipanti.
L’evento si svolge dal 31 dicembre 1964, poi, cinque anni dopo, fu spostata la data.
Solo una volta non si è svolta, nel 1985, quando i rioni fecero sciopero, con lo scopo di avere una maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione Comunale.

Un appuntamento dunque di festa con il quale si chiude un ciclo e ne incomincia uno nuovo per i cinque rioni manfredi e il Gruppo Municipale. Al centro dell’evento faentino c’è il Niballo, grande simulacro raffigurante Annibale, il guerriero saraceno che simboleggia le avversità dell’anno appena trascorso e che allo scoccare di mezzanotte sarà bruciato con un enorme falò.
Niballo nuovamente posizionato al centro dei corsi cittadini. Alle 18:30 il suo arrivo in piazza del Popolo
Come sperimentato dal 2018, per ragioni di sicurezza, il Niballo sarà posizionato al centro dei corsi, esattamente nel punto di incontro tra gli antichi cardo e decumano romani, le strade che suddividono la città manfreda nei quattro rioni che si contendono, assieme al Borgo Durbecco, la giostra faentina. Il Niballo, come da tradizione, arriverà in piazza alle 18.30 su un carro trainato da buoi e preceduto da una delegazione di figuranti e musici rionali.

Il Saraceno avrà ancora i colori del Rione Verde, che ha trionfato lo scorso luglio. A Diafaldi dunque l’onore di appiccare il fuoco al Niballo
Il Rione vincitore del Palio di giugno dunque il Rione Verde, per il terzo anno consecutivo, avrà il diritto di bruciare il Niballo. La festa, infatti, ha il suo apice nel momento in cui il rappresentante del Rione, vestito con tradizionale costume storico, il cavaliere Marco Diafaldi, al termine di una cerimonia, sempre più elaborata e spettacolare, scandita dall’Araldo del Gruppo Municipale, Marino Baldani, appicca il fuoco al Niballo.
Nell’attesa del rogo si beve bisò (versione romagnola del vin brulè) nei cinque stand rionali
Durante tutta la serata si beve bisò ovvero la versione romagnola del caratteristico vin brulè.
L’ipotesi più accreditata infatti vuole che “Bisò” provenga direttamente dall’espressione in dialetto romagnolo “bevi su”, esortazione che serviva a far capire che se si fosse indugiato troppo a lungo, il vin brulè si sarebbe raffreddato. Ogni Rione ha la propria ricetta segreta, tramandata per tradizione.
Il Gotto 2025, il decoro scelto è “l’Astrolabio o sfera armillare per studiare gli astri”
Il singolo bicchiere, venduto negli stand dei cinque rioni ha un costo di due euro, oppure il bisò può essere servito negli eleganti gotti, le ciotole di ceramica faentina, con il decoro che ogni anno viene scelto dal Comitato per il Niballo, in collaborazione con la ceramista Vittoria Monti e il Museo Internazionale delle Ceramiche.
Per la Nott de Bisò 2025 il decoro scelto è “l’Astrolabio o sfera armillare per studiare gli astri”.

Il singolo gotto (15 euro) e la brocca (55 euro) si possono acquistare solamente durante la Nott de Bisò, il 5 gennaio 2026, negli stand rionali in piazza del Popolo mentre il servizio completo (brocca e sei gotti) costa 120 euro ed è già acquistabile presso le cinque sedi rionali. Solo al Rione Rosso è possibile trovare un “gottone” speciale (45 euro).
A tal proposito, i cinque Rioni, come da tradizione, serviranno il Bisò gratuitamente a tutti quelli che avranno acquistato un gotto nel loro stand ma, per disincentivare l’abuso di alcol, oltre al gotto verranno forniti quattro bollini colorati per poter assaggiare il bisò, anche presso gli altri quattro rioni.
Nott de Bisò vuol dire anche cucina ed intrattenimento musicale
Nott de Bisò vuol dire però anche cucina tradizionale, intrattenimento e musica. Gli stand gastronomici dei Rioni offrono tutti i principali piatti della cucina romagnola e non solo e saranno aperti fin dalle 10 del 5 gennaio.
Ad animare la piazza sarà anche l’intrattenimento musicale, a partire dalle 12. Presente anche lo stand del GiraNiballo, gioco a quiz dove si potrà mettere a prova la propria conoscenza delle manifestazioni del Niballo Palio di Faenza con le sue Giostre, cavalli, cavalieri e Tornei Alfieri bandieranti e Musici.
L’idea del GiraNiballo si ricollega ai laboratori didattici sul Niballo Palio di Faenza attivati in tutte le scuole di ogni ordine e grado del faentino e vuole essere un’opportunità per avvicinare ancor più i giovanissimi alla rievocazione storica della città, con attività di gioco e formazione.
A partire dalle ore 22.30 la Nott de Bisò si sposta anche online con una diretta sui canali del Niballo Youtube e FB NiballoOfficial e sulla pagina FB di FaenzaWebTV: un salotto condotto da Maurizio Marchesi in cui si alterneranno i protagonisti del mondo Palio e dove ci sarà un riepilogo dei momenti principali della serata, che si concluderà con il rogo di mezzanotte, visibile su questi canali e anche sul canale Instagram della manifestazione.
Alle 23.50 infatti ci sarà il via al tradizionale lancio dei palloncini colorati, con allegati i biglietti per assistere al prossimo Palio del Niballo(alcuni anni fa un palloncino arrivò sino in Croazia, n.d.r.) e a mezzanotte appunto l’atteso rogo del Niballo, preceduto dalla coreografia preparata dal Gruppo Municipale.
A quel punto “e Nibal” prenderà lentamente fuoco, tra lo scoppiettio dei petardi, chiudendo così l’anno del Palio.

Perché a Faenza si brucia il Niballo? La Nott de Bisò tra storia e leggenda
La storia parte da molto lontano. Durante la seconda guerra punica, gli abitanti di queste zone si allearono ai romani per battere il comune e insidioso nemico punico. Si dice che dimostrassero così la loro fedeltà a Roma, meritando il titolo di “Faventies“, dunque i favorevoli o favoriti.
Faenza portava fortuna e così è rimasto fino ad oggi. Così, per sottolineare la propria tradizione di città che porta bene ed aprire il nuovo anno, in occasione della notte dell’Epifania, i faentini bruciano Annibale, simbolo del pericolo, del nemico nel Palio cittadino, con la speranza di avere di fronte a sè un anno propizio.
Gabriele Garavini














