Il Natale è alle porte e, tra scaffali da riordinare, pacchetti da preparare e clienti da accogliere, il negozio di via Pistocchi 10 è attraversato da un via vai operoso e sorridente. È il clima delle grandi occasioni, ma anche la fotografia quotidiana di un progetto che ha saputo mettere insieme lavoro, dignità e inclusione. Qui operano i “ragazzi” dell’impresa sociale Le Botteghe, una realtà che oggi festeggia il suo secondo compleanno e che nasce dalla fusione tra La Bottega della Loggetta e L’Altra Bottega, espressione della Ceff Francesco Bandini e dei Genitori ragazzi con disabilità. Un’esperienza che ha trovato nel tempo un proprio equilibrio, anche economico.
Il presidente Pezzi: “E’ una palestra di autonomia e relazioni”
A guidarla è il presidente Ettore Pezzi, che racconta i risultati raggiunti. «Non parliamo di una semplice attività commerciale. I conti tornano: abbiamo chiuso i primi bilanci in pareggio e così sarà anche per quello di fine anno. Ma il nostro obiettivo resta far passare più persone possibile dal negozio, perché così i ragazzi lavorano, crescono e sono felici, al di là dei numeri». Attualmente sono una ventina le persone coinvolte, dai 18 ai 50 anni, impegnate a rotazione nelle diverse mansioni, sempre affiancate da educatori e referenti. «Ognuno segue un percorso personalizzato – spiega Pezzi – e oggi molti ragazzi si occupano anche del rapporto con i clienti, imparando a spiegare i prodotti e a gestire il resto. È un passo importante verso l’autonomia». Fondamentale il sostegno del territorio. «L’amministrazione comunale ci ha aiutati fin dall’inizio mettendo a disposizione i locali, ma anche cittadini e imprese rispondono con grande attenzione», sottolinea il presidente, ricordando le oltre 4.800 confezioni regalo realizzate per una banca locale e i numerosi lavori di confezionamento affidati durante l’anno. Un circolo virtuoso che permette continuità lavorativa anche fuori dal periodo natalizio.
Negli ultimi mesi Le Botteghe hanno investito su una responsabile acquisti a tempo pieno, ampliando l’offerta con nuovi prodotti del territorio e realtà solidali, dalla gastronomia alla cosmesi per la casa e la persona, e stringendo convenzioni con enti e associazioni. «È una palestra di autonomia e relazioni – conclude Pezzi –. Qualcuno, una volta formato, trova un lavoro stabile e lascia spazio ad altri. Questo è il segno più bello che il progetto funziona».
Barbara Fichera




















