Si è concluso il turno elettorale dell’autunno 2025 e alcune riflessioni si possono fare.
Un cittadino su due ormai non vota più
Un fortissimo astensionismo ha sorpassato ovunque il 50% dei cittadini e delle cittadine che non si sono recati ai seggi: questo è il primo dato e il più rilevante che possiamo sottolineare. In un momento così drammatico per l’evoluzione dello scenario mondiale, ogni due persone del nostro paese una non ha più il desiderio di esprimere il proprio giudizio su come provare a immaginare il domani. Ci sono colpe? Certo l’offerta politica non è particolarmente affascinante, ma il fatto la dice lunga sulla prospettiva di un paese dove non c’è più voglia di avere una posizione, una visione del futuro: nel ‘500, durante le guerre per la contesa del Regno di Napoli si diceva “Franza o Spagna, basta che se magna”.
Il dato politico
Le elezioni regionali si sono chiuse con un sostanziale pareggio: tre regioni (Marche, Veneto e Calabria) al centrodestra e tre regioni (Toscana, Puglia e Campania) al centrosinistra. Ma quanti voti hanno preso le due coalizioni? Il centrodestra ha conquistato 3.836.591 preferenze mentre il centrosinistra ne ha portate a casa 4.118.640. Si tratta di quasi 300mila voti in più per il campo largo.
Centrosinistra campione di voti
Questo vantaggio di voti per il centrosinistra può essere legato al fatto che il centrosinistra si è aggiudicato le regioni più popolose. Ma il primato è indiscutibile, perché poteva essere il centrodestra ad aggiudicarsele e non lo ha fatto.
E da ora?
Esemplare è la vicenda degli inviti a partecipare ad Atreju, la festa dei giovani fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha invitato alla kermesse Elly Schlein per un confronto. La Schlein accoglie l’invito ma, giustamente, propone un confronto tra lei e la Presidente del Consiglio. Il motivo è semplice: sono le leader dei due partirti principali di maggioranza e opposizione. A questo punto arriva Giuseppe Conte che fa capire di voler essere della partita, facendo chiaramente intendere che al momento l’opposizione ha due punti di riferimento.
Conclusioni
La maggioranza di centro destra ha navigato per tre anni in acque abbastanza tranquille, senza dare l’idea di essere una grande novità per l’Italia, anche grazie al fatto che l’opposizione – pur raccogliendo un milione e mezzo di voti in più alle politiche del 2022 – era ed è divisa in tre aree: i centristi, il Pd con i suoi alleati e i cinque stelle. Siamo a due anni dalle prossime elezioni che decideranno anche il Presidente della Repubblica per i successivi sette anni (basta che immaginiamo il numero due attuale sul Colle del Quirinale) e le opposizioni, anziché rivendicare la possibilità di essere maggioranza, sono ancora alle schermaglie iniziali: la strada diventa irta e difficoltosa per proporsi alla guida del paese.
E’ il momento di sedersi attorno a un tavolo per cominciare a parlare di programmi per l’Italia: le regionali dicono che adesso è il momento di pensare e progettare in grande, non quello dei piccoli sgambetti.
Tiziano Conti
Foto Palazzo Chigi da Wikipedia di Della Gherardesca – Opera propria














